Esplode l'ira della gente comune: pugni e fango contro i politici
Dopo la tragedia gli abitanti di Aulla attaccano le auto del ministro Matteoli e di amministratori locali. Leghista colpito al collo
Chiamo l'amico di Aulla, lui s'infiamma e alza la voce irrochita dalla rabbia, «lo devi vedere, il mio negozio, lo devi vedere!... E adesso? E quelli della Protezione Civile... Sono arrivati ch'era già notte, capisci? Sei ore dopo!». E tu cerchi di capire, i toni in qualche modo si calmano, «ma non lo so, guarda, non lo so di chi è la colpa. Però insomma, che cosa ti devo dire? Qui è stato un caos». Paura e disperazione che si fondono in collera: questa è l'atmosfera nella Lunigiana epicentro dell'alluvione di lunedì. Il nubifragio e poi lo straripamento del Magra, più in alto nel monte, e però da Pontremoli e da Villafranca nessun avvertimento - e la polemica più accesa è proprio sul mancato allarme. E comunque eran passate da poco le sei del pomeriggio quando acqua e fango hanno investito Aulla, soprattutto il centro e la parte bassa. E demolito ponti. E distrutto case e negozi. E ucciso due persone. «E io non c'ero, oggi pomeriggio [ieri per chi legge, ndr], quando sono arrivati i politici per fare la loro sfilata. E non lo so se è rabbia cieca, se è una reazione assurda. Ma te lo dico: fossi stato lì, avrei contestato anch'io». Perché fin dal mattino le autorità sono arrivate ad Aulla per-testimoniare-la-vicinanza-delle-istituzioni-in-questo-momento-drammatico. E la gente ha voluto mostrarglielo, lo stato d'animo di questo momento: furente. In mattinata il sindaco di Aulla Roberto Simoncini e il governatore toscano Enrico Rossi si trovavano in piazza Mazzini, passa una signora e al primo grida «assassino!», poi prosegue a camminare senza fermarsi, senza parlare, solo le lacrime agli occhi. Un uomo rivolge parole di contestazione anche a Rossi, il quale risponde a tono, «vai a spalare anche te, che è meglio!...». Non proprio una reazione elegante. Melma sulle strade e tensione nella gente. Nel pomeriggio ecco che arriva il corteo di auto blu, percorre via Lunigiana lungo l'argine del Magra, una delle zone più colpite, davanti ci sono le auto del sindaco e poi quella del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli - che ha annunciato una possibile visita in zona di Berlusconi - quindi a chiudere la macchina con il sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini e quello di Filattiera e con loro il consigliere comunale leghista Michele Leccini. Passano vicino a quelli che stanno spalando, un gruppo si mostra subito particolarmente agitato, fischi, qualche grido, «vergogna! vergogna!». E poi addirittura un accenno di aggressione. Lo racconta la stessa Baracchini: «L'auto slittava e avevamo rallentato. Si è avvicinata una ragazza che conosco, io ho abbassato il finestrino e c'erano questo gruppetto, quattro o cinque. Prima mi hanno gettato il fango addosso, poi si sono ulteriormente avvicinati e hanno colpito con un pugno il consigliere del mio Comune», che pare si fosse sporto per offrire dell'acqua alla giovane. Il leghista Leccini, per l'appunto. «Poi sia la nostra auto e sia quella che ci precedeva, copn a bordo il questore o il prefetto, sono state scosse mentre venivamo offesi. Ma capisco l'esasperazione». E su quest'episodio il commento del governatore Rossi: «Allora a me è andata meglio. Faccio politica da troppo tempo per non sapere che queste cose possono capitare». Possono capitare, così ha detto. di Andrea Scaglia