La Rai contro la Berlinguer: "Fazioso il suo telegiornale"
Il presidente della Rai Garimberti contro la direttora durante l'audizione in Commissione: "Non obiettiva nei lanci del Tg3"
In Apollo 13 erano gli astronauti ad informare Houston che avevano un problema. In Rai, a scoprire che esiste un problema Tg3, è Paolo Garimberti, presidente della tv pubblica. Benvenuto sulla terra, caro Garimberti. Eppure il video che dimostra a che punto sia arrivata la faziosità del giornale diretto dalla Zarina Bianca Berlinguer (nel lancio del servizio incriminato, visibile sul sito di Libero, Angelino Alfano viene definito da Mariella Venditti il «ventriloquo di Berlusconi») non solo ha fatto impazzire i lettori del nostro sito, ma aveva già indotto Garimberti a valutare come e quando intervenire, segnalando l'anomalia al tg della terza rete. LA ZARINA NEL MIRINO La Zarina, però, trattandosi di una denuncia di Libero, ha fatto spallucce e domenica sera si è superata confezionando un telegiornale a dir poco urticante, tanto era il livore anti berlusconiano. A porre un freno allo strabismo politico della Berlinguer è arrivata la commissione di Vigilanza. La quale, nonostante avesse in agenda il “processo” al direttore del Tg1, Augusto Minzolini, ha cambiato sia l'imputato che il capo d'imputazione, grazie all'intervento del senatore del Pdl, Alessio Butti. «Esiste un problema Tg3, lo ammetto...», dice Garimberti durante l'audizione in vigilanza, rispondendo ad una domanda del capogruppo del Pdl in commissione. Butti, partendo proprio dal video pubblicato sul sito di Libero, ha chiesto a Garimberti se aveva «notato o meno la faziosità del Tg3». Non pretendiamo condizionamenti», sostiene Brutti, «c'è o no un problema pluralismo anche lì, oppure salta quel canale quando fa zapping? È forse solo una nostra fissa questa del Tg3?». La risposta del presidente è stata chiara, tanto che Garimberti ha raccontato che lunedì sera ha telefonato al direttore della testata lamentando che «i lanci del Tg3 della sera prima non erano obiettivi». Garimberti ha successivamente spiegato che il problema è «in termini di distinzione tra opinioni e notizie ma non in termini di completezza di informazione». Insomma, la faziosità prima di tutto, altro che tg «oggettivo e imparziale». A dire il vero fra Garimberti e la Zarina Bianca c'era già stato un precedente scontro, determinato dalla bulimia da video della direttora del Tg3. Secondo una consolidata consuetudine Rai, i direttori dei Tg non conducono il giornale, ma si limitato ad interventi in programmi di approfondimento o a condurre speciali, come nel caso delle elezioni. La Berlinguer no. Prima ha preteso di condurre Linea Notte e poi l'edizione delle 19 del suo telegiornale, sovvertendo le regole del gioco. Detto ciò la Zarina non ha affatto gradito la tirata d'orecchie di Garimberti, visto il messaggio implicito della sua esternazione: “Minzolini almeno ci mette la faccia, tu ti nascondi dietro alla foglia di fico del lancio dei servizi”. Apriti cielo. «Sono stupefatta per le dichiarazioni del presidente della Rai», ha tuonato la zarina, «da quando dirigo il Tg3 (due anni ndr), ho ricevuto una sola telefonata da Garimberti, quella di lunedì sera». «Durante il nostro colloquio», prosegue la Berlinguer, «mi è stato fatto notare che il conduttore dell'edizione delle 19, in due lanci, non aveva adeguatamente distinto tra notizie e commento. Garimberti, sorprendentemente, dopo aver affermato che non è in discussione ”la completezza dell'informazione offerta dal Tg3” ha sostenuto che esisterebbe un problema Tg3. Stupisce», conclude la zarina Bianca, «che si dica ciò di un telegiornale che ha dato sempre spazio a tutte le opinioni e a tutte le posizioni». Una difesa d'ufficio, quella della Berlinguer, arrivata al termine di violento sfogo della Zarina. Prima, ha investito i suoi redattori come un ciclone in piena, chiedendo a tutti maggior rigore nei lanci. Poi ha preteso un comunicato di solidarietà dal comitato di redazione. Perché se il Tg3 ha da essere un Soviet, che lo sia sino in fondo. TG1 RIMANDATO Sia Garimberti che il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, hanno risposto anche alle domande sul Tg1, a partire dalle proteste del presidente della Camera, Gianfranco Fini, per i servizi andati in onda il 13 e 14 ottobre scorso. Il presidente della tv pubblica ha definito il servizio «tendenzioso per come era stato costruito», aggiungendo che «mancava di contraddittorio». La Lei, invece, ha scelto un altro percorso. «Non rispondo sul caso specifico», dice il direttore generale sullo scontro Minzolini-Fini innescato peraltro da un intervista al vicedirettore di Libero Franco Bechis, «Io qui mi sento a casa e vorrei discutere di argomenti di prospettiva, come della definizione di servizio pubblico». Quanto alla richiesta di rinvio a giudizio per peculato nei confronti del direttore del Tg1, la Lei ha ribadito che nel caso diventasse un rinvio a giudizio si riserverà di valutare il da farsi: «Mi riservo di valutare tutto quello che è necessario. Anche perché non ci sono casi analoghi ma solo similari». Insomma, ogni cosa a suo tempo. Intanto rimettiamo in riga il Tg3, prima di condannare il Tg1. di Enrico Paoli