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Bossi: Fini, vai a quel paese Camera con rissa: video

Gianfranco a Ballarò attacca la moglie del Senatùr, in pensione a 39 anni. Rivolta alla Camera: "Traditore, dimettiti". E il Senatùr replica

Costanza Signorelli
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Alla trasmissione Ballarò su Raitre è scontro frontale tra il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Durante il dibattito sul tema delle pensioni Gianfranco attacca il leader della Lega, Umberto Bossi, con un artifizio degno di anni d'esperienza nell'arte dei colpi bassi. Per screditare il Senatùr colpisce la moglie: "Stasera voglio essere un po cattivello. Forse non tutti sanno che ci sono dei casi da manuale. C'è un insegnante che è andata in pensione nel '92 a 39 anni. E questa signora è la moglie di Bossi", Manuela Marrone. Questa la necessaria premessa, a cui va aggiunta la replica del Senatùr, arrivata nel pomeriggio di mercoledì dopo che alla Camera si era scatenata la guerriglia. "A Fini dico di andare a quel Paese. Quando uno va in pensione ci va con le regole che ci sono", ha tagliato corto il Senatùr difendendo sua moglie. Guarda l'attacco di Fini a Bossi a Ballarò su LiberoTv Guarda la rissa Lega-Fli a Montecitorio su LiberoTv La reazione  Ma l'attacco di Fini ai leghisti non è piaciuto affatto e non è stato lasciato cadere. Mercoledì mattina pochi minuti dopo l'apertura della seduta a Montecitorio, i leghisti hanno presentato il conto. Prima la strigliata del capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni:  "È inopportuno che il presidente della Camera Gianfranco Fini faccia politica e partecipi alle trasmissioni tv, come è avvenuto a Ballarò".  E poiché il comportamento è "inopportuno", i deputati leghisti all'unisono hanno chiesto le "dimissioni" del presidente della Camera. In aula Italo Bocchino difende il presidente della Camera. Il clima si surriscalda. Gli insulti si sprecano, tanto che la vicepresidente Rosy Bindi sospende la seduta mentre dai banchi del Carroccio si alzano i cori "traditore" e "dimissioni" all'indirizzo di Fini e ai suoi compagni di partito, Granata in testa. Fini, sfacciato, ha poi anche risposto: "Non è questa la sede in cui il presidente della Camera può dare risposte politiche. Se lo facessi avallerei l'accusa di partigianeria nei miei confronti che ritengo insussistente. Saranno altre le sedi in cui, se lo riterrò, eserciterò il diritto di replica". Clima da saloon - Ma il clima non si placa. Nonostante l'intervento di Casini ("Con la crisi Ue, parlare di tv è surreale") la tensione cresce. E dalle parole si passa alle mani. La rissa si sfiora anche in Transatlatico, dove i commessi sono costretti a intervenire per sedare gli animi. In particolare Claudio Barbaro di Futuro e Libertà si è quasi scazzottato con il leghista Ranieri dopo averlo 'scortato' fino al ristorante della Camera. Quindi un capannello di deputati leghisti circondava Benedetto Della Vedova, il capogruppo di Fli, per chiedere le scuse formali di Barbaro che ha tentato di aggredire Ranieri in aula. L'affondo di Cicchitto - Successivamente ha preso la parola Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. "Il nostro gruppo ha  aquesto punto l'intenzione di investire la massima autorità dello Stato di una situazione di difficoltà drammatica dell'istituzione parlamentare determinata dal comportamento" del presidente Gianfranco Fini.

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