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Così Bocchino brucia le tappe: Italo in pensione tra 19 mesi

Ai parlamentari basta una sola legislatura per garantirsi una rendita pari al 533% dei contributi versati. Ecco chi potrebbe farlo

Lucia Esposito
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Sulle pensioni il governo, tra lunedì e martedì, ha rischiato di cadere. La Lega ha ceduto sull'innalzamento dell'età pensionabile ma è irremovibile sulle pensioni di anzianità. Eppure per i parlamentari basta una sola legislatura per ricevere un assegno pari al 533% dei contributi. Lo scrive il Corriere della Sera che riporta i dati dell'istituto Bruni Leoni. I numeri raccontano questo: se un onorevole eletto per la prima volta a cinquant'anni e senza alcuna speranza di essere rieletto cominciasse a riscuotere il vitalizio a 65 anni e se vivesse fino a 78 anni, avrebbe un vitalizio di circa tremila euro lordi al mese per 13 anni. Intascando il 533% di quanto versato in un quinquienno al ritmo di 1000 euro al mese, contro il 102% di un lavoratore dipendente pensionato con 35 anni di anzianità. Qualche esempio - E mentre tutti dovranno lavorare fino a quasi settantanni, la Casta, come sempre, gode di condizioni agevolate. "Tra 19 mesi - continua il Corriere - nell'ipotesi di arrivare alla scandenza naturale dell'attuale mandato senza essere rieletti, potrebbero andare in pensione anche Italo Bocchino che ha 45 anni, Giovanna Melandri cinquantunenne e Alessandra Mussolini". Il punto è che ogni riforma ha sempre accuratamente evitato di toccare i diritti acquisiti degli onorevoli. Come esempio, nel suo articolo, Sergio Rizzo porta quello del giro di vite del 1997, con cui si stabilì che non si poteva intascare il vitalizio prima dei sessant'anni di età. Peccato che la norma valesse soltanto per i neoeletti a partire dal 2001: per la maggioranza, insomma, tutto rimaneva come prima. E così, come per magia, nel 2006 Giuseppe Gambale andò in pensione a 42 anni con 8.455 euro lordi al mese. Nel 2008 fu il turno di Anonio Martuscello e di Alfonso Pecoraro Scanio, che avevano maturato il diritto di riscuotere il vitalizio rispettivamente a 46 e 49 anni. Qualche cifra - I casi, le normalissime anomalie di un sistema di pensioni e vitalizi cha fa montare la rabbia di chi non è un privilegiato, si sprecano. Così può essere utile citare un esempio tirato in ballo sempre da Sergio Rizzo. Per intendersi, i vitalizi ci costano ogni anno, tra Camera e Senato, quasi 200 milioni di euro. Duecento milioni a fronte di nemmeno 18 milioni di contributi, con un incredibile rapporto di oltre unidici a uno. "Per capirci - spiega il Corriere -: con quei soldi il Congreso de los diputados, ossia la Camera spagnola, tira avanti due anni. Mentre i nostri onorevoli pensionati incassano un assegno 'medio' di 5.575 euro mensili, quasi sette volte la pensione 'media' pagata dall'Inps".

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