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Avvelenati Venditti sotto il segno del Cav: sfotte Silvio e Santoro gli frega la canzone

La canzone "Silvio, che farò senza di te?". MIchele gli ruba il video per lanciare Servizio Pubblico

Andrea Tempestini
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«Silvio, che farò senza di te? Silvio, che farò senza di te?» canta con allegria Antonello Venditti (o è Corrado Guzzanti che lo imita?) con Carlo Verdone alla batteria che fa più ridere qui rispetto ai suoi ultimi film. Peccato che abbiano poco da sollazzarsi Venditti e tutti gli altri anti-berlusconiani che attendono con ansia la dipartita del Cavaliere. Perché, come sanno bene pure loro, alla loro domanda, che faremo senza Silvio?, segue una risposta tremendamente drammatica. Guarda il video della canzone di Venditti su LiberoTv Ieri il sito di Servizio Pubblico, la nuova trasmissione di Michele Santoro, ha anticipato la clip di La ragazza del lunedì, il nuovo “capolavoro” di Antonello Venditti che  prende apertamente per i fondelli il premier insieme a una folla di gente che balla e al panzuto Verdone che suona la batteria. La clip è stata ripresa da La Repubblica online e dal sito del Fatto Quotidiano che sottolinea come Servizio Pubblico abbia pubblicato il video «senza autorizzazione». Eh sì, il povero Antonello lo voleva piazzare stamattina sul suo sito ufficiale, ma Santoro l'ha simpaticamente “bruciato”. Venditti non appariva da anni così gaudente e in forma, smagrito con i soliti occhiali fumè e la solita chioma rubata a Pippo Baudo, felice ma allo stesso tempo preoccupato per i tempi cupi che verranno, quando lui e altri non potranno più farsi pubblicità, come in questo caso, utilizzando la figura del Cavaliere. Una pubblicità banale, scontata, ma a costo zero. Venditti canta «ti vedo triste non sei mai stato», «mi manca tutto, mi manca tutto di te, le gran cazzate che mi sparavi perché... non ti voglio più, non ti credo più, non ti piango più...»  e la sua combriccola gli fa eco. «Venditti è semplicemente patetico. In questo video c'è il meglio della comicità di Verdone. Che bello fare soldi facendo finta di fare gli impegnati», commenta un lettore del Fatto detto “il sudista”. Tra reazioni entusiastiche e altre perplesse, un  utente fa notare che il video di Venditti  «m'avrebbe fatto c.... due anni fa (dove almeno avrebbe mostrato una parvenza di coraggio) figuriamoci ora». Intanto lui ripete il ritornello all'infinito, un monotono inno che fa ridere trenta secondi e addormentare gli altri centottanta. Ma che si candida come nuovo tormentone della sinistra. O come sigla di Servizio Pubblico? «Come farò senza di te?» è la stessa domanda che gli altri amici a corto di fantasia  si pongono: Michele Santoro,  Marco Travaglio, Roberto Saviano, Serena Dandini, Gad Lerner, un indotto di comici, giornalisti, scrittori che dopo Silvio farà fatica a ricostruire un'identità. Qualcosa si dovranno inventare ma francamente il loro destino non ci preoccupa. Quello che invece fa sgorgare una certa malinconia, piuttosto, è vedere  un cantautore come Venditti, autore delle colonne sonore delle nostre vite  come Alta marea, Notte prima degli esami, Che tesoro che sei ridotto a modeste  “goliardate” per raccattare qualche copia in più. Va bene che c'è la crisi del disco... Ora è facile, non molto originale ma facile sfottere il Cav. Ma domani, caro Antonello, ti toccherà sforzarti un po' e tornare a scrivere una canzone bella. di Alessandra Menzani

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