Silvio risponde a Sarkò: nessuno può darci lezioni
Nota di Berlusconi, polemica con Sarkozy e Merkel: "La crisi bancaria in particolare è franco-tedesca". Bilancio: "Pareggio nel 2013"
Silvio Berlusconi replica a Merkel e Sarkozy e lancia messaggi alla Lega. In una nota inviata da Palazzo Chigi il premier sottolinea come "nessuno nell'Unione europea possa autonominarsi commissario" e dare lezioni all'Italia. Chiaro messaggio al commissario Barroso ma soprattutto ai leader di Germania e Francia, che domenica nel vertice europea avevano ironizzato sull'affidabilità del Cavaliere e delle sue promesse. "Raggiungeremo il pareggio di bilancio nel 2013", ha proseguito il premier, che poi in un passaggio lancia un altro riferimento piccato a Parigi e Berlino: "La crisi è bancaria ed in particolare franco-tedesca". Di seguito la nota completa di Palazzo Chigi "L'Italia ha già fatto e si appresta a completare quel che è nell'interesse nazionale ed europeo, e che corrisponde al suo senso di giustizia e di equità sociale. Onoriamo il nostro debito pubblico puntualmente, abbiamo un avanzo primario più virtuoso di quello dei nostri partner, faremo il pareggio di bilancio nel 2013 e nessuno ha alcunchè da temere dalla terza economia europea, e da questo straordinario paese fondatore che tiene cara la cooperazione sovranazionale almeno quanto la sua orgogliosa indipendenza. Quanto alle turbolenze da debito sovrano e da crisi del sistema bancario, in particolare franco-tedesco, abbiamo posizioni ferme, che porteremo al prossimo vertice dell'Unione. L'euro è l'unica moneta che non abbia alle spalle, come il dollaro o la sterlina o lo yen, un prestatore di ultima istanza disposto a difendere strutturalmente la sua credibilità di fronte all'aggressività dei mercati finanziari. Questa situazione va corretta una volta per tutte, pena una crisi che sarebbe crisi comune di tutte le economie europee. Stiamo facendo qualche timido passo avanti per un governo dell'area euro, ma resta ancora molto da fare. La Germania di Angela Merkel è consapevole di questo, e il suo lavoro si avvarrà della nostra leale collaborazione. Nessuno nell'Unione può autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno è in grado di dare lezioni ai partner. D'altra parte l'insieme della classe dirigente italiana, se vuol essere considerata tale, invece che un coro di demagoghi, dovrebbe unirsi nello sforzo dello sviluppo e delle necessarie riforme strutturali sulle quali il governo ha preso e sta per prendere nuove decisioni di grande importanza".