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L'annuncio di lavoro-choc "Incline alla subordinazione"

Polemiche per l'inserzione di un'impresa meccanica che cerca un tirocinante. Ritorno alla schiavitù o una richiesta legittima?

Lucia Esposito
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Una volta bastava la buona volontà, la capacità a lavorare in gruppo, le doti organizzative. Ora si chiede di più. Ha suscitato moltissime polemiche l'annuncio di lavoro pubblicato dalla Centro impiego della Provincia di Livorno e pubblicato anche dal quotidiano "Il Tirreno".  Ecco il testo: "Cercasi tirocinante per magazzino e amministrazione. Requisiti: incline alla subordinazione, al rispetto dei regolamenti aziendali e delle disposizioni che vengono impartite". Non si conosce il nome dell'azienda ma dovrebbe trattarsi di una piccola imprensa nel settore meccanico che, al termine del periodo di formazione, provvederà all'assunzione dello stagista. Inevitabili le polemiche.I datori di lavoro non chiedono una qualità professionale ma un tratto caratteriale che poco ha a che fare con il curriculum. C'è qualcuno che - indignato - ha parlato di schiavitù mascherata. Essere inclini alla subordinazione è diverso dal buon carattere, dalla capacità di lavorare in squadra. Vuol essere pronti a dire sempre sempre sì, accettare senza neanche fiatare le disposizioni che arrivano dall'alto.  Va bene il rispetto delle disposizioni aziendali (è impensabile che un tirocinante si metta a disquisire sui regolamenti aziendali) ma quell'inclazione alla subordinazione sembra eccessiva al popolo dei blog che si chiede: i giovani precari sono davvero pronti a tutto per ottenere un lavoro? Ma d'altra parte ci sono le sacrosante esigenze dei datori di lavoro: assumere prima come tirocinante e poi a tempo indeterminato a una persona"difficile da gestire", che crea problemi, o che con il suo carattere ribelle potrebbe addirittura incidere negativamente sul ciclo produtttivo, è un lusso che non ci si può permetteredi questi tempi. E voi cosa ne pensate? Rispondereste a un annincio che chiede l'inclinazione alla subordinazione? 

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