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L'Ue se la prende con l'Italia ma i problemi li ha la Merkel

Europa in pressing per la crescita. Giusto, ma l'impasse è politica: Germania e Francia divise su Atene e fondo salva stati

Giulio Bucchi
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Non c'è l'accordo tra Francia e Germania ma l'unico problema dell'euro, e dell'Unione Europea, pare l'Italia. Venerdì il commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn è andato in pressing sul governo Berlusconi per ottenere "ulteriori riforme strutturali che potrebbero aumentare il suo potenziale di crescita". Un invito non velato ad accelerare sul decreto sviluppo per non compromettere la tenuta dell'eurozona. Tutto vero: il problema è sentito anche dal premier, che a sua volta vorrebbe dal ministro Tremonti una prova di coraggio. E' anche vero, però, che dopo mesi di statistiche allarmanti, sono arrivati i primi segnali di miglioramento. Pochi giorni fa, come sottolineato da Libero, l'Istat ha reso nota la crescita degli ordinativi (cresciuti ad agosto del 5% rispetto a luglio e del 10,5% su base annua) e del fatturato (un abbondante +4% su base mensile e addirittura del 12% nel confronto con il 2010), frutto anche del fatto che le imprese italiane hanno lavorato di più ad agosto. Pressing sull'Ue - L'Italia, dunque, cresce poco. Ma cresce. I guai per l'Euro, semmai, arrivano dall'impasse tutta politica tra Sarkozy e Merkel. Sono Parigi e Berlino le forze motrici dell'Unione. Una loro governance economica non è considerata il toccasana dal Vecchio continente, e tra presidente francese e cancelliere tedesco rimangono notevoli divergenze sulle misure anti-crisi. La prova è l'agenda fittissima di vertici poco o per nulla risolutivi: uno domani, quindi martedì e mercoledì. Senza contare che il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, assai critico contro la gestione dell'Ue, ha annunciato un'altra riunione subito dopo l'Ecofin attualmente in corso. Di fatto, un weekend lungo di incontr-scontri. Atene e non solo - Per ora, il via libera è soltantoper il secondo pacchetto di aiuti di 8 miliardi di euro alla Grecia per scongiurare il fallimento di Atene. Come riferisce il Wall Street Journal, però, il problema è di fondo, tutto politico. La Francia si trova sotto attacco speculativo, con il declassamento del rating dietro l'angolo. Anche per questo, ha proposto l'aumento del fondo salva-Stati, nel caso, un giorno, possa tornare utile anche a Parigi. E' qui che la Merkel si oppone con determinazione. Sì alla ricapitalizzazione del sistema bancario europeo, ma a pagare, sottolinea la Cancelliera, devono essere azionisti e singoli stati.

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