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Santoro e gli agenti a Roma: "Al macello per salvare il Cav"

Il teletribuno intervista i dirigenti del sindacato di Polizia. E sostiene "In piazza gli inesperti, gli altri difendevano Palazzo Chigi"

Veneziani Gianluca
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Pur ci salvare la pellaccia del premier, gli agenti hanno rinunciato a contenere i violenti. E' la tesi folle di Michele Santoro, durante un'intervista a due sindacalisti della polizia di Stato (la Silp), nonché operatori del reparto mobile di Roma. Le parole dei poliziotti sindacalisti vengono postate sul sito Servizio pubblico, dove il teletribuno sta raccogliendo i fondi per la sua nuova trasmissione. "La città non tutelata dalla polizia" - Usando il microfono come arma, da par suo, Santoro fa dire agli intervistati quello che vuole sentirsi dire. La tesi è precostituita. Molti agenti non sono andati in piazza, ma sono stati "dislocati" altrove a fare da cordone attorno ai palazzi delle istituzioni.  "Le forze di polizia sono state impiegate a difendere le sedi istituzionali - gli fa eco il sindacalista - Si trattava di tre o quattro sbarramenti prima di arrivare a Palazzo Chigi". Viceversa, sostiene l'ex conduttore di Annozero, in strada sono andati gli agenti inesperti, mandati allo sbaraglio contro i manifestanti. Ai poliziotti che meno conoscevano la città, insomma, è stata lasciata in mano la tutela dei romani. "Molte squadre - confermano i sindacalisti  - non sono nemmeno mai arrivate sul posto". Gli operatori del reparto mobile si fanno plagiare dall'incantatore Santoro, al punto da sentenziare: "Più che un morto tra i black bloc, ci è sembrato che cercassero una vittima tra i colleghi che si trovavano in San Giovanni. Ci hanno sacrificati, insomma". Da cui la facile conclusione di Santoro: "I poliziotti sono stati mandati al macello per difendere i palazzi del potere".

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