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Anche senza il governatore cresciamo in barba ai gufi

Italia, l'Istat rivede le stime del Pil 2010. Ordini all'industria schizzano, giù la cassa integrazione. Analisti cauti: Aspettiamo i dati di settembre

Andrea Tempestini
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Dopo mesi,  forse sarebbe meglio dire anni, di statistiche negative e allarmanti, arrivano i primi segnali di miglioramento. Ieri l'Istituto nazionale di statistica (Istat) ha reso noti i dati su ordinativi (cresciuti ad agosto del 5% rispetto a luglio e del 10,5% su base annua) e fatturato (che mette a segno un abbondante +4% su base mensile e addirittura del 12% nel confronto con il 2010). La vera sorpresa è che tradizionalmente il mese di agosto non è particolarmente significativo.  Questo perché le imprese chiudono e mandano il personale in ferie. Ma quest'anno - complice anche la volontà di intercettare quel filo sottile di domanda in più - il fermo industriale è stato meno granitico. Insomma, le imprese industriali hanno lavorato qualche giorno in più rispetto agli anni passati (e infatti il ricorso alla cassa integrazione è diminuito:  -24,8% su agosto 2010 e -29,7% rispetto al mese precedente). Ma la prudenza è d'obbligo e gli uomini dei numeri dell'Istat prima di lanciarsi in annunci roboanti consigliano prudenza: è quindi per avere la certezza della ripresa, «per vedere se il dato di agosto è segno di qualcos'altro  bisognerà aspettare il dato di settembre». Ma vediamo nel dettaglio l'evoluzione della crescita degli ordini, indice dello stato di salute dell'economia. Nel mese di agosto è cresciuto soprattutto  il mercato interno (+6,8% rispetto a luglio) mentre gli ordinativi dall'estero sono aumentati “solo” del 2,2%. Sul raffronto annuo il trend di crescita viene confermato (rispettivamente +14,6% e +5,2%), con un vero e proprio boom degli ordini per la fabbricazione di mezzi di trasporto (+84,3%), soprattutto nel settore della costruzione di navi e imbarcazioni. Il fatturato industriale, di contro, con la «variazione congiunturale più elevata da inizio anno», ricorda l'Istituto, è invece trainato più dal mercato estero (+4,6%), che dalle vendite nazionali (+3,8%). Per quanto riguarda i beni di consumo, il fatturato ad agosto è cresciuto del 2,7% su luglio (+7,8% il dato tendenziale corretto per gli effetti di calendario). Il fatturato dei beni strumentali è del resto  aumentato del 6,4% su base mensile e dell'11,1% rispetto ad agosto 2010, mentre quello dei beni intermedi ha segnato un +4,6% e +14,5%. Complessivamente, analizzando l'andamento dei primi otto mesi dell'anno, l'aumento tendenziale degli ordini è del 12%, mentre il fatturato cresce del 9,3%. E poi c'è un'altra notizia che può apparire poca cosa per i profani, ma che i signori delle statistiche valutano come fondamentale. L'Italia - su indicazione europea - ha infatti messo mano alle statistiche economiche sulla «base della nuova classificazione Ue delle attività economiche (Ateco 2007)». Il che tradotto per i comuni mortali vuol dire una classificazione estremamente più dettagliata delle attività economiche. In sostanza l'Istat ha rivisto - al rialzo - le stime sul Pil 2010. Rifacendo i conti in base ai nuovi parametri è saltato fuori che il Pil sale a +1,5% contro l'1,3% precedentemente stimato (marzo 2011). Per gli amanti delle serie storiche l'Istituto segnala che è stata rivista al rialzo anche la crescita dell'ultimo decennio. Dal 2000 al 2010, secondo la nuova classificazione Ue, il Pil è aumentato dello 0,4% medio annuo. Nella precedente stima (marzo 2011) la crescita media annua era pari allo 0,2%. In rialzo, soprattutto le stime sull'export, che sale a +1,4% contro l'1,2% precedentemente stimato, e l'import addirittura raddoppia (+2% contro lo striminzito 1% stimato a marzo 2011). Tutto bene? Non proprio. Se i dati consolidati mettono in luce spiragli di crescita (inattesi per il mese di agosto) e lasciano intravedere possibilità di miglioramento e consolidamento del trend positivo anche per agosto, un secchio d'acqua gelata arriva dal Centro studi di Confindustria. C'è ben poco ottimismo - sulle previsioni per il quarto trimestre - nelle previsioni di viale dell'Astronomia. C'è ben poco di cui essere ottimisti scorrendo le previsioni del pensatoio economico degli industriali: il Pil italiano che risulta «piatto nel terzo trimestre»  si annuncia «in calo nel quarto». «In Italia», prosegue l'analisi congiunturale, «l'attività industriale in settembre è tornata sui livelli di luglio. Nel terzo trimestre la produzione è aumentata dello 0,6%, ma il quarto eredita un trascinamento negativo». Insomma, «tale andamento è coerente con un Pil piatto nel terzo trimestre e in calo nel quarto». L'associazione degli industriali, poi, spiega così la fiammata di agosto: « Il balzo d'agosto di produzione e fatturato è uno scarto momentaneo». E aggiunge: le imprese «durante l'estate hanno percepito un netto deterioramento delle condizioni per investire». Confindustria teme anche una frenata dell'export, che per l'Italia rappresenterebbe la chiusura di una fonte primaria di crescita. «Tra i Paesi emergenti è uno scalare di marcia in Cina e India e prende la forma di arretramento dell'attività in Brasile». L'Ocse prevede che «il peggioramento proseguirà almeno fino alla primavera 2012». Ma un rallentamento delle esportazioni rappresenterebbe per l'Italia un danno «proprio quando la domanda interna, già debole, risentirà dell'indispensabile e accelerato abbattimento del deficit pubblico». di Antonio Castro

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