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Yara, verso la soluzione: sospetti solo su tre uomini

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Secondo il settimanale Oggi, le attenzioni degli inquirenti sono concentrate sulle uniche persone che si trovavano nel cantiere

Costanza Signorelli
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Il cerchio si stringe e pare che l'attenzione degli inquirenti che indagano sul caso di Yara Gambirasio si stia concentrando su soli tre uomini. Il settimanale Oggi spiega che si tratta delle uniche tre persone che la sera della scomparsa della ragazzina di Brembate, il 26 novembre 2010, si trovavano nel cantiere di Mapello: il custode, il piastrellista marocchino Mohamed Fikri e Roberto Benozzo, il datore di lavoro. Il cantiere - Ancora una volta, dunque, le attenzioni convergono sul cantiere di Mapello. Lo stesso in cui erano finiti gli inquirenti seguendo i cani molecolari, e che era stato già scandagliato da cima a fondo. Eppure gli elementi che conducono proprio in quel cantiere aumentano di giorno in giorno:  oltre al fiuto dei cani, il pulviscolo di cemento trovato dall'autopsia nei polmoni di Yara e, da ultimo, la taglierina da piastrellista usata dall'assassino per colpire la giovane. Fikri e il furgone - Secondo quanto riportato dal settimanale, polizia e carabinieri si domandano come sia "possibile che nessuno abbia visto o sentito niente, se Yara è transitata da lì" prima di venire uccisa. Così, torna ancora una volta sotto i riflettori la figura di Fikri perchè "quando salì sul traghetto che doveva portarlo in Tunisia, lui e Benozzo imbarcarono anche un furgone bianco del quale si è persa ogni traccia" ma che è stato pià volte descritto da diversi testimoni che la sera della scomparsa erano nei pressi della palestra di Brembate da dove si sono perse le tracce di Yara. Dove è finito quel furgone? Perché gli inquirenti non l'hanno sequestrato quando hanno fermato Fikri per un'intercettazione che venne tradotta in modo sbagliato?

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