Silvio ha paura dei teppisti: "Vogliono farmi fuori"
Dopo la guerriglia nella Capitale, il premier teme i rivoltosi: "Sono dei pazzi. E la sinistra alimenta un brutto clima"
Tornare nella capitale: non è che Berlusconi salti di gioia all'idea. Roma, sabato scorso, è stata teatro di una guerriglia urbana che ha molto turbato il Cavaliere. E gli scontri sono successi lì, a poche decine di metri da casa sua. «Se fossi stato presente, quei pazzi che hanno messo sottosopra una città avrebbero puntato dritto a Palazzo Grazioli, me li sarei trovati davanti al portone e...». E adesso Silvio vede a rischio la sua incolumità: «Temo per la mia vita, quelli mi vogliono morto». Berlusconi non ha dubbi sul vero obiettivo degli incappucciati: lui, mica i banchieri o la finanza. L'antiberlusconismo è inculcato dalla «sinistra politica, giudiziaria, mediatica», quella che «lavora per distruggermi». In Italia si respira «odio e violenza» ed è l'opposizione «ad alimentare questo brutto clima». Sì, anche Di Pietro, che ieri chiedeva di inasprire le leggi contro i violenti: «Ma chi ci casca! È lui uno dei principali fomentatori degli estremisti». Oggi il premier deciderà sul giro di vite anti black bloc, se procedere con un decreto come chiedono i suoi ministri. Nel frattempo, dopo la pubblicazione di altre sue telefonate con Lavitola, il premier è tornato alla carica: vuole la legge. Subito. Silvio è indignato con l'opposizione che lo accusa di eversione («Ma quando mai, sono cose che ho detto in pubblico mille volte!) ed è furibondo con i giudici: «Bastava il dieci per cento delle intercettazioni che hanno fatto a me per stanare gli anarcoinsurrezionalisti e assicurarli alla giustizia prima che assaltassero Roma. Ma si sa come funziona nelle procure: non si perseguono i reati, l'unico obiettivo è Berlusconi...». di Salvatore Dama