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Blindati i palazzi della politica violenti sfasciano tutto il resto

Il questore di Roma ha ordinato di blindare il quadrilatero per evitare l'attacco del centro. Ma i teppisti hanno cambiato i piani

Costanza Signorelli
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Se il Viminale sapeva, se la Questura sapeva, se dunque tutti sapevano che la manifestazione di sabato 15 ottobre si sarebbe trasformata in una guerriglia perchè non si è potuto evitare lo sfogo dirompente di tanta violenza? E perché il ministro Roberto Maroni, che spiega che "si è evitato il morto", non era nella capitale? Facile parlare ora che è successo. Ma per capire come sono andate realmente le cose occorre rileggere le 58 pagine che Francesco Tagliente, il questore di Roma, ha inviato ai commissariati e ai comandi di Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale il giorno prima degli scontri. E' il documento con cui si stabilisce come distribuire le forze in campo. Scontro previsto - Nell'ordinanza si legge: "Il 30 settembre scorso rappresentanti del Coordinamento 15 ottobre, manifestavano chiaramente la volontà di avvicinarsi ai palazzi del potere richiedendo la modifica del percorso. In seguito ad intensa attività di mediazione, Piero Bernocchi, in nome e per conto del Coordinamento 15 ottobre, ha accettato di preavvisare formalmente lo svolgimento della manifestazione lungo il seguente itinerario: da piazza della Repubblica a San Giovanni". E poi: "In merito, si è appreso dalle attività info-investigative che non tutte le componenti del Coordinamento 15 ottobre hanno accolto con soddisfazione tale percorso e, da più parti, è stata ventilata l'ipotesi di un tentativo di deviazione dallo stesso, presumibilmente all'altezza di Largo Corrado Ricci". Lo scontro era previsto là, dunque. Il gomito che da via Cavour avrebbe incanalato verso il Colosseo; la stazione più vicina alla piazza simbolo, piazza Venezia. Con Palazzo Grazioli e il premier a un passo. La scelta: proteggere i palazzi -E' per questo che Tagliente ha concentrato le forze in quel punto della città e ha deciso di blindare Largo Ricci e anche il quadrilatero all'interno della piazza Venezia. Sulla base delle informazioni in posessso, ogni altra scelta sarebbe stata azzardata: non si poteva rischiare. Ma a quel punto i violenti hanno capito e hanno adeguato la loro strategia. Si sono riversati a a San Giovanni, dove c'erano sampietrini da strappare dal selciato e transenne lasciate inopportunamente a "contenere la folla". La strategia - Ma lo scopo di quei folli manifestanti era quello di attaccare il centro. Ed infatti Tagliente aveva capito bene. Lo scontro in Piazza San Giovanni doveva servire solamente, secondo la strategia dei violenti, a sguarnire il centro storico. E magari tentare una sortita in via del Corso. Ma non è accaduto. E così se da una parte i violenti hanno concentrato la loro battaglia proprio in quella zona non prevista, dall'altra la piazza era sguarnita di forze dell'ordine: c'erano solo venti  poliziotti e venti carabinieri. Tagliente ha sofferto, ha lasciato duecento dei suoi contro duemila dei neri. Ha ordinato a tutti gli altri, poliziotti e carabinieri, di stringere i denti con lui. E di ascoltare le richieste di aiuto via radio da San Giovanni, senza muoversi. Ha dato il via libera ai rinforzi solo quando gli occhi elettronici montanti sugli elicotteri hanno detto che era possibile farlo. E a sera è andato a letto sapendo che il giorno dopo, cioè ieri mattina, le critiche sarebbero state tutte per lui. Ma una cosa così non poteva spiegarla a nessuno. Chi non conosce queste dinamiche non avrebbe compreso. Chi poteva capire non aveva bisogno di parole.

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