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Ma il Corriere e i poteri forti spingono per Casini

De Bortoli detta "le idee per una nuova stagione". Prima la critica: "Troppe aperture a politici senza scrupoli. Superare il Cav"

Andrea Tempestini
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Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera prende carta e penna e detta la nuova "missione dei cattolici", le "idee per una nuova stagione". Il presupposto da cui muove il direttore del quotidiano di via Solferino è semplice: "Il Paese ha bisogno dei cattolici" perché "la ricostruzione civile e morale non sarà possibile senza un loro diverso e rinnovato impegno politico". "Politici senza scrupoli" - Il direttore poi spiega che "non si tratta di ricostruire il partito dei cattolici, né di far rivivere sotto altre forme la Democrazia cristiana o il Partito Popolare". Il punto è che, continua De Bortoli, "la cosiddetta Seconda Repubblica è apparsa fin da subito affollata di atei devoti e politici senza scrupoli, ai quali le gerarchie ecclesastiche hanno talvolta frettolosamente concesso ampie aperture di credito". A chi si riferirà De Bortoli additando gli "atei devoti e politici senza scrupoli" è compito vostro scoprirlo. Ferruccio continua spiegando che "nella triste époque, come la chiama Andrea Riccardi, il ruolo dei cattolici in politica è finito per essere quello degli ostaggi corteggiati a destra e degli invisibili tollerati a sinistra". Ne segue che la politica si è "impoverita" e la società è "scivolata nell'egoismo e nella perdita di un comune sentimento civile". Il nuovo soggetto culturale - De Bortoli chiama i cattolici ad affilare le armi. Parte citando Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che "ha parlato della necessità di creare un 'nuovo soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica che sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni".  Dal forum che inzierà oggi, lunedì 17 ottobre, organizzato dallo stesso Bagasco, il direttore spera che si ravvivi "lo spirito comunitario, la voglia di partecipazione" e che si getti "un seme di impegno per gli altri". Anche perché della tradizione, in Italia, resta "non poco", e quella tradizione "ha il compito storico di promuovere un dialogo più proficuo con le altre componenti laiche". Il dopo-berlusconismo - Ed eccoci al succo del pensiero di De Bortoli (lo stesso De Bortoli che si è scoperto aver detto a Guido Bertolaso: "Siamo stati cattivi con te, ma sai, eri considerato il successore del Cavaliere, quindi..."). "L'indispensabile opera di pacificazione del dopo berlusconismo - calca la mano il direttore del Corriere - passa necessariamente dalla affermazione della centralità della persona e dalla riscoperta delle virtù civili. I cattolici possono intestarsi una nuova missione, esserne protagonisti. Dire quale idea dell'Italia hanno in mente". De Bortoli poi spiega che "la collocazione politica dei cattolici costituisce un problema secondario, per certi versi irrilevante". Ciò che conta, insomma, è che ci conducano fuori dallo scenario da guerriglia post-nucleare in cui ci ha lasciato Berlusconi. "Per ora - chiosa Ferruccio - possiamo dire che sarebbe un imperdonabile errore se lo slancio partecipativo dei cattolici, palpabile nel fermento di molte associazioni e componenti, si esaurisse in una sterile discussione di schieramento". "I cattolici - conclude il Corriere - promuovano un dialogo senza pregiudizi con gli altri, come è accaduto nei momenti più bui della storia del nostra Paese".

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