E' piena sindrome Mattia Pascal Il cambio nome diventa moda
Molti genitori pentiti modificano in anagrafe il nome dei figli. E non mancano i ragazzi che rifiutano l'identità di battesimo
Il nome dovrebbe essere uno di quei contrassegni che segnano pe tutta la vita, e anche dopo. Invece ora molti genitori decidono di cambiare i nomi ai figli. Lo rivela uno studio, condotto dal sito yourbabydomainname.com, che ha riscontrato un rimorso genitoriale dell'8% per come ha chiamato la prole. Molti si pentono per aver messo in difficoltà il figlio con un nome, a dir poco esotico. Altri invece decidono di cambiare perché nel frattempo il nome dato al figlio è diventato fin troppo comune. L'esito è che i genitori pentiti si recano all'anagrafe per rettifcare l'errore iniziale. Non mancano neppure i casi di figli che disconoscono i nomi attribuiti loro dai genitori. Magari li trovano buffi, stupidi, terribilmente brutti. Li sentono come un marchio infame che li espone agli sfottò dei compagni. La soluzione, anche in questo caso, è un cambio di identità, perlomeno nel registro anagrafe. Una sindrome da Mattia Pascal, che consente di vivere più vite in una. Nomi di cani, frutti e profumi - La ribellione dei figli, d'altronde è comprensibile. I nomi ormai disobbediscono a tre principi prima considerati sacrosanti: il nome del nonno, quello del santo, quello della propria nazione. Viene meno, infatti, l'abitudine di chiamare il figlio come il proprio padre. Allo stesso tempo, scompare il riferimento al nome di un santo presente sul calendario. Infine, si adottano sempre più nomi che hanno poco a che fare con la ppropria lingua: gli esterismi, tipo Johnny e Mark, sono sempre più diffusi. Per non parlare di quei nomi che non appartengono neppure più al genere umano: dai nomi di frutta (Apple) a quelli di profumi (Chanel, come la figlia di Totti e Ilary) fino a quelli di marchi di moda (Armani). Quando torneremo a chimare i nostri figli nuovamente Giuseppe, Francesco e Antonio?