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Battisti, il Brasile si pente: "Illegittimo il suo visto"

L'ex terrorista potrebbe venire espulso in un Paese terzo, ma non verrà restituito all'Italia: "Annullare il suo permesso"

Andrea Tempestini
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Cesare Battisti potrebbe essere costretto a rinunciare alle sue scorribande sulle spiagge di Rio e alle interviste concesse a mezzo paradiso della stampa brasiliana per spiegare quanto sia perseguitato (dall'Italia) e quanto sia amato (da Lula). Dal Paese verdeoro arriva una notizia un po' a sorpresa: il Ministero pubblico federale di Brasilia, la procura federale, ha chiesto l'annullamento del visto di soggiorno permanente concesso all'ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), che in Italia è accusato di quattro omicidi. La questione, a livello burocratico, è pouttosto complessa. Ma in soldoni significa che Battisti, forse, dovrà lasciare il Brasile: non in direzione dell'Italia, bensì per la Francia o il Messico, Paesi in cui aveva precedentemente vissuto (o per qualsiasi altro Paese, purché non finisca in mano alle autorità italiane). Il punto è che per il procuratore Heringer il visto permanente ottenuto dal terrorista, che gli permette di restare in Brasile, sarebbe illegale e contrario allo Stratuto dello Straniero. Di norma, infatti, il visto permanente viene concesso solo a chi ha ricevuto asilo politico o rifugio e, inoltre, abbia avuto almeno due visti di lavoro consecutivi con aziende brasiliane. Una serie di circostanze che con Battisti non hanno nulla a che fare. Inoltre, non essendo Battisti stato estradato (anche se tecnicamente era "estradabile") risulta illegale la concessione del visto a uno straniero condannato in un altro Stato per un crimine passibile di estradizione in base alla legge Brasiliana. Per il procuratore Heringer, inoltre, i delitti commessi da Battisti non sono di natura politica, bensì di natura comune. E anche se la decisione di Lula del dicembre 2010 - quando negò l'estradizione, decisione poi confermata dal Supremo Tribunale Federale - era eminentemente di natura politica, questo non alterà il fatto che i crimini dell'ex terrorista siano considerati di matrice comune. Per questo motivo la decisione di compromesso presa dal procuratore è quella che l'ex Pac debba lasciare il Brasile, ma per un paese 'ospitante', non insomma per l'Italia che vorrebbe far pagare a Battisti il suo conto con la giustizia. La trafila burocratica, tra ricorsi e controricorsi, potrebbe però protrarsi a lungo.

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