Federica Pellegrini ha ragione: lei deve vincere, non sfilare
Il vero sgarbo al tricolore? L'"avanti marsch" imposto alla campionessa azzurra. Ma Fede non vuole fare la portabandiera forzata
C'è una sottile differenza tra essere eletti benedettissimi portabandiera della santissima nazionale azzurra e diventare fenomeni dello sport: la “reggi vessillo” può farla anche mia nonna in carriola (d'accordo, la vecchia non ha vinto niente, ma non è questo il punto), mentre trita-record ci nasci, non è che ti dicono “fai il fenomeno” e raccatti ori come noccioline nella gabbietta delle scimmie. Federica Pellegrini è più pragmatica di tutti i noiosi sparasentenze presenti al palazzo dove si fabbrica la morale. Dice, limpida: «Io la portabandiera alle Olimpiadi non la voglio fare: c'ho da pensare alle gare e non posso stare otto ore in piedi». Blasfema! Maledetta! Indegna azzurra! Scostumatissima Pellegrini! Rifiutare la bandiera, ma siam matti!? L'uscita della Fede imbestialisce lor signori. L'elenco degli indignati è vasto e fa venire il latte alle ginocchia: presidenti federali in quantità e rispettivi vice dalla lingua felpata, presidente del Coni e schieramento di lacchè vari. La parata è talmente succulenta che al coretto si iscrivono presidenti delle più svariate associazioni: il circolo dell'uncinetto “Mariuccia”, il gran club della canasta, gli amici della Bocciofila di Buccinasco. Tutti a dire: «Chi si crede di essere quella là per rifiutare di fare la portabandiera? Una divinità?». A parte che, sì, molto probabilmente la Pellegrini è unta dall'Altissimo, vien da indignarsi a sentire gli indignati (quantomeno si rimane colpiti da fastidiosissimi attacchi di orchite). Diciamolo inter nos: chi non dorme la notte se la Pellegrini decide legittimamente di rifiutare la pantomima olimpica? Meglio un fenomeno riposato e senza bandiera o uno sbandierante e con le gambe molli? La Pellegrini punzecchiata anche dal suo parroco («su Fede, pensaci bene, fai la brava bimba...») rilancia sul suo blog: «Ma quale gaffe ragazzi!!! Io ridirei le stesse identiche parole che ho detto ieri (mercoledì ndr) durante l'intervista di Skysport24. Chi non capisce che per me stare otto ore in piedi il giorno prima della gara olimpica (gara che preparo da quattro anni) è impossibile, o non è dotato di molta intelligenza, o non sa cosa vuol dire stare otto ore in piedi». Scatta l'applauso: mitica, unica, incavolata come una biscia con quelli che in piscina al massimo ci vanno con la paperella di gomma e i braccioli di Topolino. E ancora: «Ma secondo voi a me piace aver fatto due Olimpiadi e non essere mai riuscita, proprio per questo motivo, a vedere una cerimonia di apertura??!! Direi proprio di no, ma non è colpa mia se il nuoto è il primo sport che parte con il programma gare la mattina dopo la serata di apertura dei Giochi. Spero di essere stata chiara abbastanza!». Chiarissima, immensa. Ora i capoccia del Palazzo possono fare due cose. 1) Prendere e portare a casa. 2) Rompere ulteriormente le balle alla Pellegrini e cioè a una fra le pochissime atlete italiane che garantiscono medaglie, lustro e fanno mantenere le poltrone adese alle chiappe di chi alza il dito per pontificare su argomenti - ci sia consentito - da avanspettacolo. Ps. Raccontiamo il simpatico caso Raimondo d'Inzeo, re dell'equitazione. Alle Olimpiadi vinse due argenti nel '56, un bronzo a squadre e l'oro individuale nel '60, due bronzi a squadre nel '64 e nel '72. Nel '68 fu portabandiera in Messico. Sapete cosa vinse? Una beata cippa. di Fabrizio Biasin