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Il discorso dà già un risultato Bersani divorzia dai radicali

Il leader del Pd: intervento penoso. Infuriato con i pannelliani: "Seguiranno la loro strada, sono affari loro"

Lucia Esposito
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I banchi dell'opposizione (tranne quelli dei Radicali) erano vuoti.  La sinistra ha scelto l'Aventino almeno per il discorso di Berlusconi. Domani saranno tutti presenti per il voto. Ma le reazioni di Bersani  al discorso del premier sono state immediate."Ha fatto un discorso penoso sul piano politico e non ha risposto in nessun modo alle domande fatte dal Presidente della Repubblica", attacca subito il leader dell'opposizione Pierluigi Bersani. Quanto alla strategia indicata dal premier per risolvere la bocciatura del rendiconto generale dello Stato, per Bersani  "è un mezzuccio che non risolve la questione. L'unica via d'uscita sono le dimissioni del governo e noi rimaniamo su questa posizione. Purtroppo non c'è alcuna novità all'orizzonte". Rottura con Pannella - Ma dopo aver criticato Silvio, la seconda stoccata è per i radicali da cui Pier Luigi Bersani ha sancito il divorzio dopo la decisione dei 6 deputati del partito di Pannella di essere oggi in aula alla Camera durante l'intervento del premier Silvio Berlusconi. "I radicali si sono autosospesi, ne prendiamo atto", ha spiegato il segretario del Pd, "seguiranno la loro strada, sono affari loro". La replica dei radicali - In una nota i radicali hanno spiegato la loro scelta di restate in aula: "Per rispetto del ruolo istituzionale del presidente del Consiglio, ritenendo che chi si candida a governare dovrebbe fare altrettanto soprattutto in un Paese dove da sessant'anni e oggi ancor di più si violano costantemente i principi fondamentali dello Stato di Diritto. Basti pensare a come è ridotta la giustizia e la sua appendice carceraria. Nel tollerare il suo disfacimento con il pesante carico di vite umane sequestrate, spezzate, cancellate sono tutti uniti, centrodestra e centrosinistra". Questa storia - prosegue la nota dei Radicali - di uscire dall'aula quando entra Berlusconi per il cui governo le delegazioni radicali di Camera e Senato non hanno mai votato la fiducia, ricorda troppo quando l'unità nazionale del fascio partitocratico degli Anni 70 disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante. Ma i voti dell'Msi andavano però benissimo quando si trattava di eleggere i presidenti della Repubblica o spartirsi la torta del finanziamento pubblico dei partiti. Quando tutti uscivano dall'aula perchè parlava Almirante, i quattro deputati radicali rimanevano ai loro posti ad ascoltare, loro che erano gli unici a denunciare le leggi di spesa alimentatrici del debito pubblico votate al 90%, tutti assieme, Msi compreso".  

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