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Gli acquisti sbagliati del Cav Scilipoti & Co? Irresponsabili

"Ero alla toilette", "Misuravo la pressione": le giustificazioni degli assenti sono peggio del danno. E dimostrano inadeguatezza

Lucia Esposito
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Scilipoti e gli altri, responsabili o ingrati? Incapaci o solo sciatti, colpevoli di una distrazione o inadeguati a far politica ad alti livelli? I ventisei di martedì e gli altri, quelli che ieri si agitavano nel transatlantico e nel giardinetto alla Camera ostentando disagio, alzando la posta, strizzando l'occhio a futuri vincitori possibili o anche non possibili, offrono, comunque siano andate le cose, uno spettacolo desolante.  Dall'altra parte, la cosiddetta opposizione, gongola un gruppetto di sfascisti che si esalta facendo il gioco delle tre carte sulla pelle degli italiani, e disgraziato il Paese che dovesse esserne governato; ma questo non è affare di oggi, oggi si deve ragionare su ventisei, e non  solo, capitanati sia pur per accidente dal ministro più importante del governo, da un altro che è il leader del secondo partito della coalizione, per i quali votare una legge di bilancio è un optional. L'elenco delle giustificazioni peggiora il giudizio. Guarda il videoblog di Francesco Specchia su LiberoTv Scilipoti , l'uomo venuto dall'impossibile E stavo sulla porta, che ne sapevo di dover perfino entrare, e stavo alla toilette, poi mi hanno bloccato i soliti giornalisti cretini, e c'ho la pressione alta giusto adesso, non posso aspettare dieci miniuti per misurarmela, e me m'è nata la creatura, sempre prima la famiglia, e mia figlia ha preso una storta, potevo accompagnarla giusto io che non avevo impegni importanti, e sono in missione all'estero, chissà se mi sono portata l'indispensabile scorta, e sono Scilipoti, uno che il congiuntivo non lo trova, non a caso era stato inizialmente prescelto dall'Italia dei Valori, ma di sé parla in terza persona, Scilipoti dice, Scilipoti ritiene, Scilipoti è uno che decide. Uno come Scilipoti, dicono i brasiliani "nem para attraversar a rua", neanche attraversarci per caso la strada  insieme,  io la penso così, ma se il suo voto ti serve, allora devi avere la capacità di garantirtelo. Pare che l'ordine di scuderia sia che è stato un errore, che lo abbia impartito in persona il Cav, come se non lo avessero visto tutti in faccia al momento del risultato. Spiace che non comprenda che così è anche peggio, meglio il trappolone, la congiura, Sciaboletta Pisanu e i loro,  i soliti democristiani ritirati fuori e perfino tirati a lucido da Repubblica come se davvero portassero dei voti, pratica che hanno smesso di esercitare, se mai l'avessero fatto, da decenni. Se invece ognuno dei responsabili, trasformato in irresponsabile, da qualunque parte venuto, si è fatto il suo calcoletto personale, allora è proprio una fine ingloriosa, e non so se se la meriti Silvio Berlusconi, mi sentirei di dire di no, certo non se la meritano i suoi elettori che tanto hanno creduto a un progetto, pensate che credevano persino alla promessa di pagare meno tasse e di godere di riforme liberali, tanto da fidarsi e da accettare di andare al voto certificando l'elezione di parlamentari designati dall'alto. Uno dei più ferrati, tale Paolo Russo, che dal Corriere apprendo essere uno scajoliano (sic) di ferro, ci spiega che quella di martedì «è stata una buona giornata perché abbiamo avuto l'immagine plastica della situazione in cui viviamo», e annuncia agli elettori del Pdl, che sono gli elettori di Paolo Russo, che «bisogna fare il governo dei migliori», lui deve essere di certo uno di costoro, «con il Partito democratico, perché serve la Nazionale, il Milan non basta». Nelle pieghe dell'intervista, altissima si intende, scappa la frase: «Il fatto è che stando fuori per il momento da incarichi  importanti, vediamo di più il dissenso e la dissolvenza che albergano nelle file della maggioranza». Stando fuori, per il momento, da incarichi importanti: finalmente tutto è chiaro. Mai stata una fanatica della nuova battaglia populista contro la Casta, convinta che se il Cav non esce dal compromesso basso e passivo in cui si è incistato, e non strilla, in Italia e in Europa, tanto vale che si metta la parola fine a questa legislatura, ma una cosa mi pare certa, alle prossime elezioni certi “responsabili” bisognerebbe far casino per farli restare fuori dal Parlamento. di Maria Giovanna Maglie

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