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La prima in tv del Mortadella Prodi e l'effetto sonnifero

Romano parla a La7 di economia: è dura restare svegli. Poi il professore svela la ricetta: "Stop evasione e criminalità"

Andrea Tempestini
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La prima di Romano Prodi in tv? Tutto come previsto: il suo esordio a La7 è stato soporifero, una lotta (persa) contro il Mago Sabbiolino. La tentazione del sonno, per la maggior parte degli ascoltatori, è stata irresistibile. Con l'incarico di farci capire quale sia "il mondo che verrà", il Mortadellone costringe il pubblico al famigerato stuzzicadente per reggere la palpebra. Il buon Romano torna sul piccolo schermo e balla da solo. Si diverte lui e lui soltanto. A rendere ancor più inquietante la lectio dell'ex leader della sinistra ci si è messo anche il contesto: la sua università di Bologna, anzi l'aula magna da cui a ritmo di tartaruga dispesnava perle economiche sulla situazione del sistema mondo e di quell'euro che Prodi volle con irresistibile pervicacia. Non potevano poi mancare battute sulla situazione del nostro Paese - ricordiamo che solo pochi giorni fa il Professore ci illuminò con la sua soluzione: "Vanno bene tutti quelli che non sono Berlusconi" -, mentre poi spaziava dai problemi demografici, a quelli energetici e fino a quelli alimenatri: la fame nel mondo. Prodi gongola in video, intervistato dalla conduttrice e circondato da tre studenti o presunti tali, indaffarati a prender nota di quel che dice. A un certo punto il rumore monotono dell'eloquio del Professore viene squarciato dal lancio di un video. Il pubblico televisivo si divide: metà tira un respiro di sollievo, perché finalmente sale il ritmo del polpettone catodico, l'altra metà invece trasale sul divano (e si spera che lo stecchino reggi-occhio non si finito dritto dritto nel bulbo per il gesto impulsivo). Ovviamente, ci sono anche i contenuti. Sorprese? Ahimè zero. Il fu leader della armata Brancaleone di sinistra ripete quello che ha sempre detto. "L'euro resisterà". "La Grecia pure. Forse". "La situazione è difficile, ma il deficit dei Paesi di eurolandia è quattro punti inferiore a quello americano". "Non si può avere una moneta comune senza una politca comune". Quatto quatto, il professore, a un certo punto si lancia in digressioni storiche relative all'800: sui divani scene di isteria collettiva, tra capelli strappati e thermos di caffè bevuti con eccessiva fretta. L'odissea del temerario telespettatore che non può resistere all'impulso di sorbirsi il tele-predicozzo di Prodi è quasi giunta al termine. Mancano pochi minuti. Una manciata di secondi. Ma ecco spunta come l'alligatore dalla palude il ricettone per l'Italia (tanto per capirsi, lunedì il Wall Street Journal accusò Prodi di aver taroccato i conti dello Stato per entrare nell'euro, come fece la Grecia). "Serve ricerca, sviluppo, scuola, innovazione, industria. Non servono evasione fiscale e criminalità organizzata". Prodi ha scoperto il segreto di Pulcinella. Momenti di gioia collettiva nell'aula magna dell'ateneo di Bologna. Non per il ricettone. La trasmissione è terminata. Buonanotte, per chi ancora non si fosse addormentato.

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