E manda ispettori a Bari e Napoli
Caso Tarantini, il ministro della Giustizia avrebbe chiesto gli atti delle audizioni di Laudati e Scelsi, protagonisti dell'accerchiamento al Cav
Il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, ha disposto un'ispezione presso le procure di Bari e di Napoli nell'ambito delle inchieste sulle escort portate da Giampaolo Tarantini al premier, Silvio Berlusconi. Secondo quanto è trapelato da ambienti vicino al Consiglio superiore della magistratura, il Guardasigilli ha dato mandato ai suoi ispettori di recarsi nei due uffici giudiziari e avrebbe chiesto l'acquisizione al Csm della audizioni del procuratore capo Antonio Laudati e dell'ex pm Giuseppe Scelsi. Il Guardasigilli intende verificare se, come denunciato al Csm dall'ex pm Giuseppe Scelsi, vi siano stati da parte del procuratore capo Laudati presunti ritardi nella chiusura dell'inchiesta. Per quel che riguarda la perquisizione al pool partenopeo, si è appresoche potrebbe essere annunciata ufficialmente domani, martedì 11 ottobre, alla Camera, come sollecitato da una serie di interrogazioni e di interpellanze presentate dal Pdl, oltre che da un esposto dei penalisti di Bari I resoconti delle audizioni - Per la vicenda di Bari Nitto Palma ha chiesto agli ispettori del ministero di acquisire i resoconti delle audizioni rese davanti alla prima commissione di Palazzo dei Marescalli da Laudati e dall'ex sostituto Scelsi. Quest'ultimo, attualmente sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bari, ha denunciato al Csm il suo ex capufficio Laudati lamentando ritardi nell'inchiesta sul caso Tarantini. Il procuratore Laudati si era difeso davanti al Csm asserendo che nell'inchiesta sulle escort "erano stati commessi gravi errori". I punti nel mirino - Tra i punti per i quali Palma chiede chiarimenti a Napoli, il fatto che i pm abbia emesso un decreto con cui è stato sollevato dal segreto professionale il legale Nicola Quaranta, uno degli avvocati di Tarantini. Nel mirino del Guardasigilli, inoltre, la fuga di notizie su un'intercettazione tra Valter Lavitola e Berlusconi che è stata pubblicata dal settimanale L'Espresso prima che venisse deposistata; quindi la revoca della competenza a indagare decisa dal tribunale di Napoli. "Un atto abnorme" - Per quel che riguarda il caso-Quaranta, le camere penali di Bari nei giorni scorsi hanno inviato un esposto a Nitto Palma e al procuratore generale della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare, per lamentare l'adozione di quello che è stato definito un "atto abnorme" da parte dei tre pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock, che ascoltando l'avvocato Quaranta lo sollevarono dal segreto professionale mentre, secondo i penalisti, in base all'articolo 200 del Codice Penale ciò sarebbe consentito unicamente al giudice in seguito ad accertamenti. Per quel che riguarda la pubblicazione di atti non depositati - la telefonata è quella del 24 agosto - gli ispettori potrebbero decidere di avviare accertamenti sul mantenimento dei dati sensibili presso gli uffici giudiziari della procura partenopea.