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Film su Utoya: Breivik è star L'ira dei familiari delle vittime

A meno di tre mesi dalla strage, esce il trailer sulla tragedia in Norvegia. I parenti dei 69 morti chiedono l'immediata cancellazione

Costanza Signorelli
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Non sono trascorsi nemmeno tre mesi dalla tragedia che quest'estate ha sconvolto la Norvega e il mondo intero. E già la strege di Utoya diventa un film. Il trailer del lungometraggio è stato pubblicato in Rete e subito ha provocato pesanti polemiche da parte della stampa norvegese. Ma le reazioni più violente sono arrivate dai familiari delle 69 vittime per i quali la strage del 22 luglio 2011 è tutt'altro che la trama di una pellicola ma una devastante realtà dove hanno perso la vita le persone loro più care. Ma il produttore statunitense si difende: "Lo faccio solo per compassione" Guarda il trailer su LiberoTv: La strage di utoya diventa un film Il trailer - "Un uomo norvegese. Diventa pazzo. E uccide 69 ragazzini di Dio".  e Poi: "Guarda cosa sta dietro quegli spari norvegesi". Recita così il trailer del film che mostra le immagini di ragazzini terrorizzati: sguardi  di angoscia, urla di panico, la paura palpabile della morte. E la figura di un uomo biondo che armato di fucile li colpisce senza pietà. Una pellicola che vuole raccontare il giorno della strage, quando al campo estivo dei laburisti Anders Behring Breivik sparò per un'ora, prima di essere fermato, facendo 69 vittime. I familiari - Ora i familiari e i membri del movimento giovanile del Partito Laburista (AUF), si sono rivolti alla polizia chiedendo di fermare il trailer sulla Rete, un minuto e dieci secondi di film pubblicati su YouTube due settimane fa. Tuttavia, riferiscono gli organi d'informazione del Paese, dal portale video di Google sarebbe arrivata una risposta negativa in quanto la clip "Non vìola nessuna norma del sito web". E' lo stesso produttore che, al quotidiano di Oslo VG, cerca di spiegare le ragioni di una scelta tanto azzardata. "Lo facciamo innanzitutto per compassione verso le vittime". Inoltre, ha aggiunto Anton, "il film vuole aprire un dibattito sul controllo delle armi e sui possibili interventi legislativi per impedire di entrarne in possesso".

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