Il Pdl rilancia il condono Braccio di ferro con Giulio
Cicchitto smentisce Tremonti: "Sì al condono fiscale ed edilizio se non bastano patrimoniale morbida, riforma delle pensioni e dismissioni"
Contro il debito vale tutto, anche il condono. A dirlo, in apparente contrasto con quanto affermato venerdì da Palazzo Chigi in una nota, è il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, secondo cui per l'abbattimento del debito servirà ricorrere a forme di finanza straordinaria come "patrimoniale morbida", riforma pensionista, piano di dismissioni e "se questo non basta, anche un condono edilizio e un condono fiscale". Intervenuto a un convegno organizzato a Saint-Vincent dal ministro Gianfranco Rotondi, Cicchitto è intervenuto sulla polemica strisciante tra maggioranza e opposizione: "Non credo che l'etica si misuri sul condono ma sulla capacità di trovare risorse per la crescita". Parole pesantissime, perché arrivano a poche ore dall'ennesima smentita categorica anche di Giulio Tremonti, il ministro dell'Economia che qualcuno nel Pdl (leggi Osvaldo Napoli) vorrebbe sbolognare a Bankitalia. Intervistato da Avvenire, il ministro ha ribadito che un condono "vorrebbe dire frenare sul nascere il progetto di contrasto all'evasione, sarebbe un togliere forza al nostro vero obiettivo. Finora le entrate da lotta all'evasione fiscale e contributiva sono servite sistematicamente per finanziare la spesa pubblica: sanità, pensioni, assistenza... Il condono minaccia però l'afflusso di queste entrate negli anni a venire, che finirebbero per cancellarsi. E, così facendo, alla fine ci troveremmo con un maggior deficit". Un atteggiamento che secondo Domenico Scilipoti, dei Responsabili, denota "l'insensibilità" di "aprioristici veti di impedire soluzioni utili, reali e definitive". La guerra a Giulio continuerà. Meno carisma - A Saint Vincent, Cicchitto ha sottolineato come il governo si trovi a far fronte ad un fuoco incrociato. Un "attacco mediatico e giudiziario" che non ha eliminato, ma di certo "ha ridotto - conferma il capogruppo del Pdl - il carisma di Berlusconi". Anche per questo trovare un punto d'accordo con i maldipancisti del Pdl, la Lega ed eventualmente il Terzo Polo è impresa complicata. "Dobbiamo surrogare - ha aggiunto Cicchitto a proposito del Pdl - con un partito democratico e organizzato sul territorio che riprenda l'ispirazione originaria della Democrazia cristiana che era interclassista". Ex Dc e maldipancisti (Scajola e Pisanu in testa), che come ribadito a Libero, rischierebbero in caso di caduta del premier soltanto "un salto nel buio", senza prospettive rassicuranti. Basta prediche - Polemico invece con Gianfranco Fini, ancora una volta durissimo con Berlusconi. "In quanto presidente della Camera dovrebbe rispettare un certo galateo istituzionale ma come capo di partito interviene su quello che avviene alla Camera addirittuta per condannarlo". Tutto questo, insiste Cicchitto, rappresenta una "contraddizione esplosiva". Più ironico il giudizio su Carlo De Benedetti. L'ingegnere, editore di Repubblica ed Espresso, ha sottolineato come il governo sia alla fine ed ha poi criticato Marchionne e la sua decisione di uscire da Confindustria: "Certamente è vero che lo Stato italiano ha sostenuto in vario modo la Fiat - ha commentato Cicchitto -. Viene però naturale chiedersi da che pulpito viene la predica. Cosa ha dato De Benedetti all'Italia? Ad Ivrea ancora ricordano cosa ha fatto De Benedetti della Olivetti, cioè di un fiore all'occhiello dell'industria italiana sul terreno dell'alta tecnologia".