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"Dagostrunz" vs "lo scarparo" Un duello all'ultimo insulto

Pagine comprate da Della Valle ridestano l'astio di D'Agostino che lo chiama "Diego Laqualunque". E Mr Tod's non è da meno

Andrea Tempestini
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Un duello ad alto voltaggio, condito da un'infinita serie di insulti. I protagonisti dello scontro sono l'imprenditore moralista Diego Della Valle e il giornalista gossipparo Roberto D'Agostino, padre padrone e deus ex machina del portale Dagospia. L'ultima occasione per uno scambio di colpi bassi è stata la paginata comprata su vari quotidiani da Mr Tod's per ricordare (tra un errore grammaticale e l'altro) ai politici quanto facessero schifo. Amore tra i due, per usare un eufemismo, mai c'è stato. E così già un tempo Dago bollava Diego come lo "scarparo marchigiano" o, quando era in vena di tenerezze "lo scarparo a pallini". Dopo la pubblicazione del foglio "I politici ora basta", Della Valle si è trasformato in "Diego Laqualunque", oppure "Dieguito". Chiaro, nel primo dei due nuovi nomiglioni, il riferimento allo strepitoso personaggio di Antonio Albanese, il politico calabrese tutto "pilu" e populismo che con le mani in pasta tra mafia e donne miete successi in un'Italia allo sbando. Ma non è solo una questione di nomignoli. D'Agostino sgancia altri siluri contro Della Valle, gli dedica un intero dossier intitolato "De Scarpantibus", online domenica. "Diego Laqualunque sputtanato (hogan alla cinese?) da una lettera al 'suo' Corriere dell Sera", scrive Dago riferendosi alla missiva che un imprenditore ha spedito in via Solferino, missiva in cui lasciava intendere che l'alfiere del Made in Italy (Della Valle, of course) producesse in Cina. L'invettiva è lunga, avvelenata, e vi trova anche spazio la frase: "Tanto qulunquismo da marchigiano ripulito per far dimenticare all'ombra di quale fior di politico si è fatto largo nella finanza e nel palazzo: Mastella". Ora si attende l'ultima replica di Della Valle. Il loro, infatti, è un duello all'ultimo insulto che prosegue da tempo. Clamoroso l'episodio che risale al 2009, quando all'apertura del Billionaire di Flavio Briatore spopolò una nuova traccia, intitolata "Dagostrunz", che si vocifera fosse stata scritta da un amico di Della Valle mentre i due erano insieme sulla barca dell'imprenditore. Nella canzone si parlava di: "Giornalaio viscido", "squallido e schizzato, "cervello dedito allo scazzo". Replicò D'Agostino: "Sono strunz e me ne vanto. Nella vita bisogna scegliere se essere servi o stronzi. Io ho scelto di essere stronzo piuttosto che leccaculo. Nella vita c'è chi ha palle e chi ha i pallini. Salutame'a soreta". E le schermaglie continuavano, tra interviste in cui Della Valle definiva Dago "giornalista da quattro soldi", e aperture del portale Dagospia dedicate agli 'amori' dell'imprenditore: "Cosa pensa la terza moglie (e sorella della prima) di un marito così ragazzino?", scrisse dopo che Visto pubblicò alcuni scatti della 'viziosa' estate di Della Valle a Capri.

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