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Cresce il partito della urna: Casini è l'ultimo acquisto

Presa di posizione di Maroni sul referendum scatena la discussione sulle elezioni anticipate. Udc: "Impossibile riforma condivisa"

Andrea Tempestini
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La presa di posizione del ministro Roberto Maroni sembra aver sparigliato le carte. Tra le varie interpretazioni sull'apertura al referendum del titolare degli Interni, quella più chiacchierata è relativa alla volontà della Lega Nord di andare alle urne prima del termine della Legislatura. Il Carroccio ha paura di una legge elettorale che possa comprimere la possibilità di influenza del partito, che nelle ultime due Legislature di centro destra ha avuto un ruolo centrale per il destino dell'esecutivo. Così, ricorrendo al referendum, si potrebbe tornare al mattarellum, tuttosmmato meno 'pericoloso' per il Carroccio: questa l'ipotesi che si è fatta strada sulla stampa. Le smentite di Roberto Calderoli non non sono riuscite a spegnere le voci sulle elezioni. Il partito del voto - Il partito di coloro che vogliono andare a votare si allarga. L'ultima presa di posizione è quella di Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Udc, dopo le dichiarazioni di Maroni, ha spiegato che "con questa maggioranza confusionale è impossibile fare una riforma della legge elettorale condivisa, quindi pur senza nostalgie per il mattarellum, meglio dare la parola ai cittadini". Ovvero andare alle urne. Una posizione cavalcata da tempo anche dal Pd di Bersani e dall'Idv di Antonio Di Pietro. Il leader dell'Italia dei Valori non usa giri di parole e non ha dubbi nell'interpretare le parole di Maroni: "Una volta tanto - ha spiegato - sono d'accordo sia con Casini sia con Maroni: i tempi sono maturi per andare ad elezioni. D'altronde - ha aggiunto l'ex pm - non ci sono alternative se non si riesce a cambiare la legge elettorale in questa Legislatura. Quindi - ha concluso - le strade sono due: o elezioni subito o referendum. L'Italia dei Valori è disponibile ad entrambe le soluzioni".

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