Se Paragone fa l'anti-politico Bossi deluso: "Mai più da lui"
Lui: "Mi levo la giacca di editorialista di centrodestra". Lega lo molla: "Se qualcuno va da lui vuol dire che non pensa al partito"
E' così, certe frasi lasciano il segno e poi si scatenano conseguenze praticamente inevitabili. Sembra propio questo il caso del giornalista Gianluigi Paragone che non più di due settimane fa l'aveva detta grossa: "Mi levo la giacca da editorialista di centrodestra, infilo i jeans e vado tra la gente per capire che cosa vuole...". Un cambiamento improvviso di un giornalista che non ha mai nascosto le sue convinzioni politiche di matrice leghista ma che, di punto in bianco, sembra vestire i panni dell'antipolitica. Senza voler fare dietrologie, ci basta una frase per capire che gli equilibri si sono rotti: "Da Paragone non bisogna andarci, se qualcuno ci va è per farsi vedere, vuol dire che pensa a sé e non alla Lega". Perchè la frase non è mica di uno qualunque ma del "capo" - come lo chiamano i suoi - della Lega, Umberto Bossi. Insomma, pare che il Senatur non abbia affatto gradito l'uscita del vicedirettore di Rai2 nonchè uomo della Lega in Rai e, in una sorta di riunione con i suoi fidati alla Camera, ha dettato la linea da seguire. E che linea. L'ingrato - Ma la frase del giornalista è stata l'esasperazione di un pensiero che forse nutriva ormai da tempo. Anche in altre interviste, l'ex direttore della Padania aveva espresso "delusione" nei confronti di Bossi e della maggioranza-Pdl. I leghisti non credono alle loro orecchie perché, passino le critiche nei confronti del premier - tutt'altro che estranee alla linea Rai - ma "noi l'abbiamo fatto crescere come conduttore - commenta a microfoni spenti un big leghista di area Rai". Come a dire, proprio noi che ne abbiamo sponsorizzato l'assunzione nella tv pubblica questo trattamento non ce lo meritiamo. "È stata una delusione - continua lo stesso - ci aspettavamo un comportamento diverso. Non penso che la Lega gli farà le feste quando lo incrocia...". Alcuni parlamentari sono ancora più risentiti e parlando di "ingratitudine". Come Giovanni Torri, senatore emiliano del Carroccio: "Questi sono solo mercenari. E la prova è che Paragone è vicedirettore in Rai grazie alla Lega, è dura ammetterlo ma è così! Ha detto che vuol tornare a fare il cronista? Allora si dimetta dalla Rai e torni a Rete55 di Varese". Lega e Rai - Così anche Maroni, che di Paragone è sempre stato il mentore, sembra non averla digerita. Era stato attraverso di lui che la Lega aveva sponsorizzato il giornalista per la nomina della direzione di Rai2. Una nomina che, a quanto si apprende, forse non rispondeva ai desiderata di Paragone il quale invece si aspettava la prima serata - poi negata - per il suo programma. Fatto sta che Paragone è diventato vicedirettore di RaiDue con delega ai 'Programmi Serali di Approfondimento Informativo' e non ha vuto la prima serata. E ora la Lega sembra aver perso per questo il suo uomo in Rai. Risultato: tutti scontenti.