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Formigoni: "Italia, non serve nuova Dc. E sulla Minetti..."

Il governatore sul nuovo Pdl: "Momento di cambiare". Su Nicole: "Chiesi anche a Don Verzè, non devo pentirmi di niente"

Costanza Signorelli
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"Non credo in una riproposizione di un partito cattolico. Non c'è bisogno di un'altra, nuova Dc - che tra l'altro non era un partito confessionale puro. Noi dobbiamo rigenerare il Pdl che è un partito laico d'ispirazione cristiana". Parla così il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, al quotidiano La Stampa e traccia in una lunga intervista la sua nuova visione del Pdl, un partito che sente per sopravvivere la "necessità di rigenerarsi". Un passo avanti - Ma per andare avanti, secondo il governatore lombardo, occorre innanzitutto recuperare le origini per cui questo soggetto politico è venuto alla luce e si è imposto sulla scena, catalizzando consensi: "Il Pdl è nato in questa prospettiva: la grande fusione della tradizione cattolica con quella del liberalismo laico e del riformismo socialista". Sui passi da fare guardando al futuro, Formigoni non ha dubbi: primarie, bipolarismo, riforma elettorale, sono le parole d'ordine che ripete da tempo per iniziare a rispondere a quello che "la gente avverte come necessario ormai da decenni: un impegno nuovo in politica". Perché i cittadini devono avere la possibilità di scegliere il proprio sentatore e deputato" così come il partito attraverso le primarie "deve poter indicare il premier". Così anche sui listini bloccati il governatore ha qualcosa da dire: "Io da anni vado dicendo No ai listini. E' il momento di cambiare". Ma la consigliera regionale Nicole Minetti non era nel listino Formigoni? "Non posso rispondere di colpe che non ho". Peccati e reati - Il cattolico Formigoni fa anche un affondo sulle recenti dichiarazioni del cardinal Bagnasco e sul ruolo dei cristiani in politica. "Una volta per tutte: il cardinal Bagnasco è stato giustamente molto duro nei confronti di alcuni comportamenti personali, pur mai esibiti, ma diventati clamorosamente pubblici grazie a un'itrusione violenta nel privato. Sappiamo che la chiesa non può esimersi dal giudicare, e naturalmente, lo fa secondo la dottrina e la morale cristiana. Ma giudica il peccato non il peccatore". Del resto, un conto sono i reati o le ipotesi di reato " e su quello aspettiamo il giudizio della magistratura", un altro discorso sono i peccati perchè allora "vogliamo sottoporre cento italiani alla stessa attenzione cui è stato sottoposto il presidente Berlusconi?". Poi sul ruolo dei cattolici chiarisce: "Non è necessario che sia un cattolico a guidare il Paese, è sufficiente che chi ci sia abbia una concezione alta della politica". E sulla Minetti - Secondo il governatore lombardo la questione è molto chiara: "Tutti sanno che i listini bloccati servono ai partiti per candidare le proprie persone. E' il momento di cambiare". Ma la Minetti era proprio nel listino bloccato che portava il nome Formigoni: "Io non la conoscevo ma non ho messo veti. Ho chiesto ovviamente informazioni su di lei. Anche a Don Verzè, visto che lavorava al San Raffaele". Ma comunque, tiene a precisare Formigoni: "Non ci si può pentire per colpe che non si hanno".

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