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Auguri amari per Silvio e Pier L'addio di Versace e Pannella

Nel giorno del compleanno Berlusconi e Bersani perdono pezzi. Il deputato Pdl dà dimissioni, radicali si fanno defenestrare

Veneziani Gianluca
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Compleanni amari per Ber and Ber, (Silvio) Berlusconi e (Pier Luigi) Bersani, accomunati dalle iniziali di cognome e dallo stesso giorno di nascita. Nel giorno in cui l'uno, il premier, compie 75 anni, e l'altro, il leader dell'opposizione, ne fa 60, entrambi perdono pezzi nei loro partiti. Versace e il regalo di addio - Il Cav ha ricevuto un regalo sgradito da Santo Versace, deputato Pdl, che proprio giovedì ha deciso di lasciare il partito. “E' una decisione che è arrivata oggi ma che maturavo da tempo”. Quindi il fratello del noto stilista ha spiegato le motivazioni. “A me piace lavorare, e nel Pdl non hanno bisogno di uno che lavora. D'altra parte io ho cominciato a lavorare solo nel 1950, si vede che ho poca esperienza". Il biglietto d'addio di Versace al Pdl è stata un'assenza in aula nel giorno decisivo per il ministro Saverio Romano, che non è stato sfiduciato dal Parlamento. “L'ultimo regalo che ho fatto al Pdl ieri è non andare, perché non volevo votare la fiducia”. Pannella abbandona Bersani - Non tira aria migliore per lo sfidante Bersani, che mercoledì ha subito lo strappo da parte di Mario Adinolfi e il giorno successivo vive di fatto lo smarcamento dei radicali di Marco Pannella. Il filo conduttore tra Bersani e Berlusconi è sempre la sfiducia a Romano. Mercoledì, al momento di votare, i deputati radicali sono usciti dall'aula in segno di protesta contro la mancata amnistia nelle carceri italiane. Subito è scattata la rappresaglia del vertice Pd, che ha minacciato l'espulsione del gruppo pannelliano. "ll comportamento dei radicali è inqualificabile", ha detto Rosi Bindi, vicepresidente della Camera e presidente del Pd. "Non ce lo avevano preannunciato ", si lascia andare Dario Franceschini, presentatore della mozione di sfiducia e capogruppo del Pd alla Camera. "Già sul ddl delle professioni mediche i radicali avevano votato in difformità, e questo non rientra certamente nella normalità. Quest'ultimo però era un voto politico". E ora c'è già chi si prepara alla defenestrazione dei frondisti.

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