L'Europa bastona l'Italia per la monnezza di Giggino
La Commissione europea ha deciso l'invio di una lettera di mora per la situazione della spazzatura. Il passo successivo è la multa
La notizia era stata annunciata qualche giorno fa. Ora è ufficiale: la Commissione europea ha deciso l'invio all'Italia di una lettera di messa in mora per la situazione dei rifiuti a Napoli. Il passo successivo, in caso di inadempienza, è il ricorso alla Corte di giustizia Ue insieme a sanzioni pecuniarie. Non male, se si pensa che il sindaco di Napoli Luigi De Magistris aveva annunciato che nel giro di tre giorni avrebbe ripulito Napoli. In passato il commissario europeo all'Ambiente Janez Potocnik, aveva tuonato: "L' Italia in Europa è il Paese con il maggior numero di procedure di infrazione alle normative ambientali, ben 44, in tutti i segmenti della legislazione ambientale. L'emergenza rifiuti in Campania si può risolvere in primo luogo separando i rifiuti per consentirne il riciclo". Ma la raccolta differenziata a Napoli è una missione impossibile. La Commissione europea ha aperto sei procedure di infrazione contro l'Italia, tra cui quella per i rifiuti a Napoli: è la commissione Ambiente a chiedere al nostro paese di regolarne "immediatamente" la gestione. Gestione che, secondo la Commissione, dopo il giudizio della Corte Ue nel 2010 ha fatto "progressi insufficienti". Bruxelles dà due mesi di tempo all'Italia per dare risposte specifiche prima di rinviarla nuovamente alla Corte che potrà a quel punto sanzionare Roma. "Abbiamo visto le immagini alla televisione - ha detto il portavoce Joe Hennon - con montagne di spazzatura a Napoli. Sei milioni di tonnellate di rifiuti devono ancora essere smaltite. Siamo stati morbidi con le autorità italiane: ora è il tempo di agire". Per il Wwf, in Italia non esiste alcuna "strategia per la gestione dei rifiuti a fronte di una nuova multa dell'Ue che, in tempi di crisi economica, pende come una spada di Damocle sulle teste, e sul portafoglio, dei contribuenti". A Napoli l'emergenza dura ormai da 16 anni, "un dramma ambientale che potrebbe ripetersi anche nel Lazio per l'assenza di una valida alternativa alla chiusura della discarica di Malagrotta, annunciata per fine dicembre".