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Lo sfogo di un fumatore deluso "Meazza senza bionde? Sarà fuga"

Vietare le cicche allo stadio è una violenza fine a se stessa, un'idea talebana che renderà San Siro un posto più triste. Voi cosa ne pensate?

Andrea Tempestini
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Il mio primo abbonamento al Milan risale a dieci anni fa. La mia prima sigaretta, giorno più o giorno meno, anche. Nel 2001 guardavo le partite dalla Curva Sud, il cuore della tifoseria, lo spicchio riservato agli ultrà "brutti e cattivi". L'imborghesimento mi ha poi spinto verso il secondo anello laterale, l'arancio per intendersi. Si sta più tranquilli, si sta seduti, non senti l'obbligo morale di perdere la voce per sostenere la tua squadra (anche se ogni tanto quest'obbligo mi riporta in curva). In tutti questi anni, di seggiolino in seggiolino, la sigaretta però è rimasta. Lo ammetto, di bionde ne brucio fin troppe. Ma a certe sigarette - mi cospargo il capo di cenere - non potrei rinunciare per niente al mondo. Non ancora almeno. E quella che mi accendo nella Scala del calcio, quella che mi accendo quando entro nel 'tempio' e vedo il campo, appartiene alla schiera delle irrinunciabili. Mi appaga. E tuttosommato non da fastidio a nessuno. Ora salta fuori che la giunta meneghina guidata da Giuliano Pisapia vuole uno stadio smoking-free. Niente bionde. Niente fumo. Anche se l'aria, al Meazza che non ha alcun tipo di copertura, circola in abbondanza. L'idea "piace moltissimo" all'assessore comunale al Benessere, Chiara Biscotti. Ecco, a me - oltre a provocare un brivido di terrore che corre lungo la schiena (come sopravvivere senza fumo in un derby che si mette male?) - l'idea "piace pochissimo". La trovo un'assurdità, un provvedimento talebano, che in nome dell'odierna crociata anti-fumo (chi ha il vizio, oggi, è un reietto) spazza via decenni di tradizione, di tensioni, di grida, di partite esaltanti o deprimenti che per un fumatore non sarebbero uguali senza una sigaretta. Se come cantava Mina "un uomo è un uomo quando sa di fumo", uno stadio non può essere uno stadio senza una bionda. Non chiedo che negli stadi possano rientrare i fumogeni (che, per quel che mi riguarda, finché non venivano lanciati in campo da qualche idiota davano uno strepitoso tocco di colore). Una birra, nella curva di San Siro, è irreperibile da anni (in Inghilterra - dove però il fumo è vietato - ne scorre a fiumi, alla faccia del fantasma degli hooligans). Dalla curva di San Siro hanno rimosso anche gli altoparlanti che guidavano i cori: risultato, lo stadio è sempre più silenzioso, svuotato del suo significato. Il Meazza e gli impianti italiani perdono giorno dopo giorno parte del loro fascino (ed eserciti di tifosi che preferiscono il divano). Se Pisapia mi toglie anche la sigaretta, giuro, allo stadio non ci vado più nemmeno io. di Andrea Tempestini

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