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L'ultima del "talebano" Pisapia: "Basta sigarette a San Siro"

Il Comune: "Faremo come a Barcellona". Replica il leghista Salvini: "Nemmeno in Afghanistan". Si tratta con Milan e Inter

Andrea Tempestini
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Non sono solamente le società calcistiche di serie A, Milan e Inter in testa, a studiare l'organizzazione del Barcellona. Adesso anche la giunta Pisapia si ispira al modello del club catalano. A stimolare l'assessore comunale al Benessere, qualità della vita e sport, Chiara Bisconti, non è però il bel gioco messo in mostra dal team allenato da Pep Guardiola, né la formula di club ad azionariato popolare che caratterizza la società, bensì il modello di stadio “no smoking” che l'assemblea dei soci ha scelto per il Camp Nou appena pochi giorni fa. La messa al bando della sigaretta dall'impianto sportivo, che a Barcellona diventerà gradualmente operativa in tre mesi, rappresenta infatti un provvedimento che l'amministrazione estenderebbe volentieri allo stadio Meazza. «Si tratta di un'idea che mi piace moltissimo, e alla quale si può lavorare aprendo un confronto con la città e, soprattutto, con Milan e Inter» ha annunciato ieri l'assessore al Giorno. Lo stadio milanese, di proprietà del Comune ma affidato in gestione alle due società meneghine, diventerebbe così il primo impianto all'aperto in Italia a bandire fumo e sigarette. Una scelta che rischia di essere impopolare, visto l'altro numero di appassionati che nel corso della partita trova nella “bionda” la valvola di sfogo per lo stress da tifoso. Ma che l'assessore Bisconti difende: «Mi rendo conto che sia una posizione decisa, ma un provvedimento del genere rappresenterebbe un segnale culturale importante, oltre che una decisione di enorme rilevanza per quel che riguarda la salute e la prevenzione delle malattie». Poco importa, quindi, che trattandosi di un impianto all'aria aperta il divieto di fumare suoni come una misura fortemente restrittiva. E poco importa che un analogo provvedimento proposto nel 2005 da Stefano Carugo, consigliere comunale di Forza Italia sotto l'amministrazione Albertini, sia di fatto rimasto lettera morta pur avendo raccolto ampi consensi in entrambi gli schieramenti. Per i tifosi di Milan e Inter la sigaretta potrebbe quindi presto aggiungersi ai fumogeni, ai mortaretti e ai tamburi tra gli articoli vietati, con la conseguenza «di perdere la voglia di andare a vedere la propria squadra per eccesso di proibizioni» spiega Matteo Salvini, capogruppo della Lega in consiglio comunale e milanista doc. «Pur essendo un ex fumatore, non sono diventato un talebano, per cui sono assolutamente contrario a un divieto del genere». Negare un fumatore il piacere di “accendersi una sigaretta nell'attesa di un calcio di rigore o durante l'intervallo mi sembra eccessivo, visto che ci troviamo all'aperto, e soprattutto mi sembra bizzarro che una proposta proibizionista di questo genere arrivi da sinistra” prosegue Salvini. Che poi il Camp Nou di Barcellona e molti stadi inglesi, compreso lo splendido Emirates Stadium di Londra che ospita le partite casalinghe dell'Arsenal, siano impianti “no smoking” è cosa che a Salvini non interessa. “Ai tifosi hanno già tolto gli striscioni, le bandiere, i tamburi e i fumogeni. - sottolinea - Che almeno lascino a chi vuole fumare la possibilità di gustarsi una sigaretta in pace e di godersi la partita”. di Dino Bondivalli

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