Duro affondo di Bagnasco: "Serve purificare l'aria"
Il presidente della Cei sulla questione morale: "Chi sceglie la politica sia consapevole della misura e della sobrietà che viene richiesta"
Il cardinale Angelo Bagnasco non fa nomi, ma il suo riferimento pare piuttosto esplicito. Di fronte a "racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica", ovvero le vicende giudiziarie e il gossip che riguarda il premier Silvio Berlusconi, Bagnasco spiega come gli stessi "ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune". Dunque, è necessario "purificare l'aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate". Il cardinale chiosa: "I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere della loro notorietà". Alla classe politica - Il presidente della Cei, nella prolusione con cui ha aperto il Consiglio episcopale permanente, si è agganciato all'attualità politica, pur senza citare mai direttamente il Cavaliere. Bagnasco ha comunque esteso il suo ragionamento all'intera classe politica: "Mortifica dover prenderne atto", così come "rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonchè la reciproca, sistematica denigrazione poiché è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico". "Misura e sobrietà" - Così, dopo gli affondi di Emma Marcegaglia, arriva anche quello del porporato, che prosegue: "Non è la prima volta che ci occorre di annotarlo: chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda". Il presidente della Cei aggiunge: "Da più parti, nelle ultime settimane, si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti". Economia e lavoro - Nella prolusione c'è spazio anche per i temi economici. Bagnasco ha richiamato l'intera comunità a comportamenti "responsabili e nobili" di cui "la storia darà atto". Secondo il porporato è necessario un "patto intergenerazionale che, considerando anche l'apporto dei nuovi italiani, sia in grado di raccordare fisco, previdenza e pensioni, avendo come volano un'efficace politica per la famiglia". C'è poi una riflessione dedicata ai giovani in cerca di un lavoro: "La situazione del lavoro, la disoccupazione, il precariato, l'inattività di molti giovani sono un nostro assillo costante". Il lavoro, ha concluso Bagnasco, è "un diritto-dovere iscritto nell'ordine creaturale, e dunque la società ha l'obbligo di porre le condizioni perché esso possa esplicarsi per tutti".