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Meloni: "Angelino leader, ma il Pdl deve cambiare"

Intervista al ministro della Gioventù: "Non mi sento sempre a mio agio nel partito. Si compiace il capo e c'è troppa paura di chi vale"

Andrea Tempestini
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Giorgia Meloni, minstro della Gioventù, risponde secca: "Non mi sento sempre a mio agio nel Pdl". Nel mirino della titolare del dicastero ci finiscono i "nominati" dall'alto. Nella sua fase di nascita, spiega la Meloni, "il Pdl è stato manchevole su principi centrali come la meritocrazia, che non sempre siamo riusciti a garantire nella formazione della classe dirigente". Poi l'accusa ai vertici del partito: "Hanno spesso dimostrato di avere paura di chi vale e di preferire gente autoreferenziale, più attenta a compiacere il capo che a dialogare con la base e con i giovani". La ministra, nella lunga intervista concessa a Barabara Romano e che potete leggere integralmente su Libero in edicola oggi, domenica 25 settembre (si parla anche del presunto flirt con Marco Travaglio...), spiega di essere a favore di un partito "leggero. Non credo che un partito televisivo possa sostituirsi a una politica basata sui rapporti personali, il territorio, le scuole, le università".

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