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Anche Mieli sparge fiele: "Troppo sesso, via il Cav"

Intervistato dal 'Fatto', il presidente di Rcs evoca paragoni con Clinton. Peccato però che da noi l'impeachement non esiste

Veneziani Gianluca
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Un Mieli smielato gioca a fare l'indulgente con il Cav, ma intanto lo condanna. Il suo atteggiamento, ormai ribattezzato da tutti "mielista",  getta miele e fiele sul premier: un pò dolce e un pò pungente, come farebbe una qualunque Ape Regina. In un'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, l'ex direttore del Corsera e attuale direttore di Rcs, discettando su Silvio, evoca l'ormai scontato paragone con Clinton. "Il presidente Usa - dice - sarebbe stato cacciato, se avesse perseverato dopo il caso Lewinsky". Quindi si inventa una storiella poco originale dell'ex inquilino della Casa Bianca, che trasforma lo Studio ovale in una nuova Villa Certosa e si chiede: gli americani glielo avrebbero permesso? Forse però Mieli non ricorda che, dopo il caso Lewinsky, Clinton è stato sì messo sotto accusa, ha sì rischiato l'Impeachment, ma alla fine è rimasto saldo al suo posto. Come Berlusconi, appunto. Come Mitterand e Kennedy, d'altronde. Mieli, il mister ovvietà - Ma Mieli non può fare troppo il cattivo, non è nella sua indole. Deve anche temperare le sue affermazioni. Così, col tono afflito e lamentoso, ammette che Berlusconi non lo si può mandare via con un colpo di mano, con una rivolta di piazza o con un "gesto di volontà". Perché, ahilui (cioè Mieli), bisogna rispettare le leggi della democrazia. Finché uno ha la maggioranza, deve governare. Ma va?  Non lo avremmo mai detto. Buonismo catastrofico - Il buonismo mielista, da padre burbero ma benefico, dura però poco. Giusto il tempo di due domande, e l'uomo dell'endorsment pro-Prodi torna a paventare scenari catastrofici per il nostro Paese. Almeno fin quando Silvio ne sarà alla guida, ovvio. E così prima evoca una metafora ermetica, parlando dell'Italia come di un bus ai cui autisti mancano braccia, gambe e vista (fortuna che Mieli non sia sceso più in basso nell'anatomia coporea del Belpaese). Infine chiude col botto, dicendo che il tappo in Italia sta per saltare, o meglio è già saltato. Ma, quando parla di Tappo, Mieli si riferisce a Berlusconi?

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