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"Via i profughi da Bassano" L'ultimo fronte degli alpini

In arrivo da Lampedusa. Rivolta contro 200 tunisini: devastano e rubano, sono dei criminali che devono essere cacciati

Andrea Tempestini
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Duecento immigrati trasferiti da Lampedusa alla Caserma Monte Grappa  di Bassano, la città degli alpini medaglia d'oro al valor militare? Mai e poi mai hanno risposto ieri le Penne Nere attraverso il presidente dell'Ana Carlo Bordignon, disposto a tutto pur di «impedire questo scempio». La voce corre di bocca in bocca e monta la protesta, non solo nel Vicentino. I tunisini che si sono scontrati con la polizia e i lampedusani liberi di circolare sul Ponte degli alpini? Nemmeno per sogno, rispondono i bassanesi all'unisono. «Altro che rimpatrio, cosa vi avevo detto?», urla un pensionato in un bar minacciando sfracelli. Un affronto per un territorio sino a due mesi fa sicuro che, come aveva promesso la Lega, ci sarebbe stata tolleranza zero con gli arrivi dal Nordafrica dopo la rivolta del pane. Tutto il Veneto si ribella all'ipotesi di un massiccio arrivo dall'isola di quegli stessi profughi che hanno dato alle fiamme il centro di accoglienza e ora vengono spalmati in ogni provincia.  E c'è chi parla di manifestazioni di piazza e di barricate se non dovessero bastare i cortei dei cittadini e addirittura di quel “mitra” auspicato dall'assessore regionale all'Immigrazione, Daniele Stival , quando iniziò l'esodo biblico verso l'Italia. A sparare a palle incatenate contro l'amministrazione comunale bassanese targata Pd e il sindaco Stefano Cimatti sono proprio i big locali del Carroccio. Durissima l'europarlamentare Mara Bizzotto.  «Il nostro è un no chiaro e deciso: la gentaglia violenta e incivile che ha messo a ferro e fuoco Lampedusa non va portata qui ma va ricacciata in Africa in fretta e furia, senza se e senza ma. Questi, come si è visto nelle rivolte di Lampedusa, più che profughi sono delinquenti che non hanno niente da perdere: pensare di parcheggiarli in pieno centro a Bassano, all'interno della Monte Grappa, non sta né in cielo né in terra. In questi mesi il sindaco Cimatti è stato il primo e uno dei pochissimi sindaci in tutto il Veneto a dare la disponibilità ad accogliere i profughi del Nord Africa, dichiarandosi pronto ad aprire le porte della città a questa gente come effettivamente ha fatto». «Quello di oggi è dunque il tragico risultato della sua miope politica buonista che vuole fare di Bassano la città dell'accoglienza ad ogni costo», continua la Bizzotto, «lo capisce anche un bambino dell'asilo che, in caso d'emergenza, lo Stato preferisce sbolognare i profughi in una città dove il primo cittadino si è sempre mostrato più sensibile ai problemi degli immigrati che a quelli dei residenti». Dello stesso tenore la reazione del consigliere regionale della Lega, Nicola Finco: «La città, grazie al sindaco Cimatti e al Pd che l'ha spalleggiato, è stata la primissima in Veneto ad accogliere clandestini già a maggio. Questa disponibilità ha indotto oggi il Prefetto ad utilizzare la caserma, chiedendo addirittura agli Alpini di risistemarla per ospitare i tunisini!». Siamo alla follia. «Stridono poi come i gracidii delle cornacchie», aggiunge Finco, «le dichiarazioni dell'assessore bassanese Rosanna Filippin, segretario regionale del Pd. Proprio lei si allarma adesso, quando sei mesi fa ha spalancato le braccia e le porte della città a decine di profughi scappati dal Nordafrica? Proprio lei che proclamava a gran voce il dovere all'accoglienza e alla solidarietà? La Filippin si indigna a corrente alternata, a seconda di come le comoda ed in base all'opportunità mediatica, ma dimostra di avere la memoria corta». Sembra invece voler gettare acqua sul fuoco la parlamentare Manuela Lanzarin dopo una telefonata con il ministro degli Interni. «Ho sentito direttamente Roberto Maroni il quale mi ha spiegato che sono in corso delle verifiche sull'intero territorio nazionale per trovare degli hub capaci di ospitare i rifugiati e quanti chiedono asilo politico. Le verifiche che ha richiesto la Prefettura, riguardano strutture demaniali tra cui caserme dismesse, che abbiano i requisiti tali, tra qui quello della sicurezza, per ospitare in modo temporaneo queste persone permettendo così un controllo veloce e preciso. In Veneto non sono ancora state trovate strutture idonee. È quindi necessario non creare in alcun modo allarmismi. Il ministro ha poi tenuto a sottolineare che qualora siano individuati spazi ed ambienti idonei, qualsiasi decisione verrà presa dopo un confronto con il territorio ed i comuni interessati. Nulla ed il alcun modo verrà calato dall'alto». «Posso infine sottolineare»,  conclude l'on. Lanzarin, «che la caserma Monte Grappa a mio giudizio non risponde alle caratteristiche necessarie in quanto è inserita in un contesto urbano vicino al centro e soprattutto Bassano del Grappa è lontana dalle grandi arterie di comunicazione e soprattutto dagli scali aeroportuali che rendono così più articolato lo spostamento ed il controllo degli immigrati.». Però intanto nella caserma Monte Grappa sono in corso lavori atti a trasformare l'edificio in un Cie  e molti temono che possano ripetersi gli incidenti verificatisi anche l'altro giorno a  Torino. Di profughi nordafricani nella sua Bassano non vuole sentir nemmeno parlare l'assessore regionale all'Istruzione del Popolo della Libertà, Elena Donazzan, così come molti altri esponenti del Pdl in un momento in cui la Lega sembra perdere consensi proprio per avere abbassato la guardia sul versante dell'immigrazione. E nel centrodestra sono in molti a rimproverare al Carroccio quel “prima i veneti” ribadito con le parole fino alla nausea ma non certo con i fatti, visto che il Veneto, come il resto d'Italia, è diventato un colabrodo. di Luigi Bacialli

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