Super-stangata sugli aeroplani Pisapia che fa? Festeggia...
Milano, il contratto di servizio siglato tra Sea ed Enac prevede un rialzo delle tariffe. Per il Sindaco si tratta di un risultato importante
L'aumento del biglietto Atm e l'introduzione dell'addizionale Irpef li aveva definiti «sacrifici necessari», quasi fossero palle al piede legate ai polpacci. Ieri, davanti all'ennesima stangata, il sindaco Giuliano Pisapia è sembrato invece più sollevato. Sorrisi, strette di mano, abbracci. Mancava soltanto la bottiglia di champagne da stappare davanti alle telecamere. Sorrideranno meno, tra qualche mesi, tutti i viaggiatori che passeranno sotto i metal detector degli aeroporti milanesi: il contratto di servizio firmato ieri tra la Sea e l'Enac, infatti, farà impennare i diritti pagati dalle compagnie che vorranno continuare a installarsi a Linate o Malpensa. Un «riequilibrio decennale» che la società aeroportuale attendeva da anni, e che servirà a finanziare il piano industriale e gli investimenti sulle infrastrutture. Alla Sea, la firma dell'intesa garantisce un aumento di fatturato - alcune voci parlano del 30-40% - e soprattutto lascia alle spalle una prima tappa obbligata verso la quotazione in borsa (che potrebbe però slittare di un anno a causa della crisi). Ma a fare festa sono anche gli inquilini di Palazzo Marino: se la società incassa più soldi, inevitabilmente chi detiene l'85% di Sea - cioè il Comune - ne guadagna. Bruno Tabacci, l'assessore rutelliano che tiene i cordoni della borsa, è raggiante: «La firma dell'accordo rappresenta un valore aggiunto rispetto al procedimento della quotazione. Avendo il Comune l'85%, per noi che stacchiamo le cedole può essere un vantaggio rispetto ai tagli di bilancio». Più soldi nelle casse di Sea, più dividendi nelle casse della giunta. Giuliano Pisapia ieri ha ribadito di essere molto «sofferente» per la grave situazione di bilancio. Commentando la sigla dell'accordo, però, è parso molto sollevato. «È un risultato molto importante» ha sottolineato l'ex parlamentare di Rifondazione comunista. «Grazie anche ai risultati positivi della semestrale, abbiamo molta fiducia sul futuro e soprattutto per la quotazione». Già quest'anno, i 160 milioni garantiti da Sea daranno ossigeno al bilancio in affanno per la mancata vendita della Serravalle. In proiezione, l'entrata in Borsa potrebbe essere un nuovo toccasana. L'effetto collaterale, purtroppo, riguarda le tasche dei milanesi: le compagnie, sessanta giorni dopo la pubblicazione del decreto sulla gazzetta ufficiale, si vedranno ritoccare verso l'alto le tariffe. E il ricarico, ovviamente, peserà sui passeggeri, comprese le migliaia che scelgono vettori low-cost. Va detto che la Sea lavorava al contratto di servizio insieme al Comune già dal 2009. Giuseppe Bonomi, numero uno della società di gestione degli scali meneghini, ieri ha ricordato che a Milano le tariffe aeroportuali sono più basse del 40% rispetto agli alla media europea. «La nuova struttura tariffaria ci permetterà di colmare progressivamente il gap» spiega Bonomi, «noi abbiamo tariffe ferme da dieci anni, e nonostante questo la società è sana. Gli aumenti saranno vincolati agli investimenti». Più costi per maggiori servizi: gli aumenti saranno graudali e differenziati tra gli scali, ma potrebbero voler dire a breve un rincaro di 5-6 euro sui diritti di imbarco per ogni passeggero da addebitare alle compagnie Il presidente di Sea non si è sbilanciato sull'impennata del fatturato atteso («Incrementeremo sensibilmente il valore dell'azienda») e ha lodato la prospettiva di lungo periodo della convenzione («Le regole certe ci accompagneranno fino al 2041»). L'approdo della quotazione passerà ora attraverso la relazione degli analisti, che verrà consegnata a metà ottobre. Da quel momento, si comincerà a ragionare sul momento più opportuno per sfruttare le «finestre» a disposizione di Sea: la prima data teorica è quella del 30 ottobre, ma con ogni probabilità si slitterà in avanti sperando in tempi migliori. «Gli analisti delle banche stanno effettuando la ricerca sulla società» ha aggiunto ieri Bonomi, «dobbiamo per forza aspettare quel momento prima di poter parlare di valore». In Comune, intanto, lunedì verrà approvata dalla giunta la delibera di salvaguardia del bilancio dopo il flop dell'asta per le quote della Serravalle (previsti, tra gli altri, tagli di 300 mila euro al consiglio comunale). Per la Serravalle, intanto, si tratta con il fondo F2i di Vito Gamberale. di Massimo Costa