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I rapinatori sono troppo bravi? La banca non ti ridà un euro

Sentenza creativa della Cassazione. Quando il furto è perfetto, l'istituto non deve dare alcun risarcimento ai suoi clienti

Costanza Signorelli
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Ladri così sofisticati da aggirare persino l'allarme di una banca. Proprio per questo l'istituto di credito - Unicredit - non dovrà risarcire un furto avvenuto alle cassette di sicurezza di alcuni clienti nel 1989. I derubati nel frattempo sono morti ma gli eredi si sono visti bocciare in Cassazione il ricorso: i ladri, hanno spiegato gli 'ermellini' hanno utilizzato "sistemi elettronici altamente sofisticati e idonei a neutralizzare gli impianti di allarme". Un utilizzo di "tecniche sofisticate ignote" ventidue anni fa, quando avvenne il furto. Mancata vigilanza - Come ricostruisce la sentenza, Manlio R. e Franca P. chiesero alla banca un risarcimento pari a 18 mila euro per il danno subito in seguito al furto della loro cassetta di sicurezza presso l'agenzia 14 del Banco - oggi Unicredit - tra il 30 giugno e il 2 luglio del 1989. Secondo i derubati, poi deceduti nel corso della causa giudiziaria, la banca aveva una responsabilità nella mancata vigilanza. Responsabilità da cui era stata sollevata sia dal Tribunale che dalla Corte d'appello di Roma  - novembre 2005 - che, ritenendo che l'istituto di credito avesse provato l'assenza di "colpa grave" nel furto, stabiliva per i derubati un risarcimento di 500 euro. Nessuna colpa - In effetti, prende atto la Cassazione, "era risultato che i locali dell'agenzia erano blindati e dotati di allarme collegato con la Questura". Insomma, alla banca non si poteva attribuire una "condotta colposa". Il fatto è, annota la Suprema Corte facendo proprie le motivazioni d'appello, che "il furto è stato possibile grazie all'uso di tecniche sofisticate, all'epoca ignote a chi aveva il compito della prevenzione, sia dall'accertamento della predisposizione di idonee misure preventive, sia dalla esperienza di due analoghi furti successivi in cui quelle sofisticate tecniche erano state adottate". Da qui il rigetto del ricorso degli eredi delle vittime del furto.

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