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La rivolta della base leghista: "Salvate Romano? Siete finiti"

I militanti del Carroccio protestano dopo il voto su Milanese: "Bossi cagnolino del Cav, Lega morta". Ora esame su ministro

Giulio Bucchi
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La Lega "è morta", "continuino così e si troveranno le monetine in fronte", "presa in giro". I leghisti, la cosiddetta 'base', questa volta vanno fino in fondo e picchiano duro contro Umberto Bossi e la 'troika' del Carroccio. A non andar giù è stata la decisione ufficiale del partito di votare a favore del "salvataggio" di Marco Milanese rinunciando a quella che il futurista Italo Bocchina ha definito "la tradizione legalitaria" della Lega. Non a caso, sbirciando sul forum dei giovani padani si leggono post al fiele contro la nomenklatura del partito, dal Senatùr (una foto in cui viene accarezzato sulla testa da Berlusconi ha una didascalia ben poco cortese, "Bravo cagnolino hai votato bene") fino a Maroni, considerato l'ultimo baluardo del Nord piegato al Palazzo romano. Non si salva nessuno, insomma. E all'orizzonte ci sono altre due bucce di banana pericolosissime, in cui rischiano di cadere, a seconda dei casi, il Carroccio o il governo. Dai romani a Romano - La base aspetta il 28 settembre, quando ci sarà il voto di sfiducia sul ministro dell'Agricoltura Saverio Romano. "Un Ministro siciliano in odor di mafia. Se non lo sfiduciano sarà meglio che non si faccian più vedere sopra il Po", minaccia un giovane attivista del Carroccio sul forum. Eppure, i vertici non ci sentono. "Tra di noi non c'è nessun franco tiratore. Abbiamo votato compatti contro l'arresto di Milanese e la settimana prossima bocceremo la sfiducia al ministro Romano", assicura dalle pagine del Messaggero Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega a Montecitorio. "Noi siamo leali e decidiamo in base a ciò che è giusto", replica al Pd che accusa la Lega di accorrere al soccorso di Berlusconi. Giovedì Bossi assicurava che il governo reggerà "giorno per giorno", senza dunque garantire l'appoggio incondizionato a prescindere. Parole, nei giorni in cui l'alleanza Lega-Pdl pare rinsaldarsi in Aula, tra un battibecco e un'imboscata. Salvini: "Non si va avanti tanto" - Anche Matteo Salvini, astro nascente del Carroccio, ha parole di fuoco per l'esecutivo: "Non penso che avanti in questa maniera si vada oltre qualche mese. Non so chi si debba dimettere ma la Lega di pazienza ne ha avuta sin troppa". A SkyTg24 l'esponente leghista non usa giri di parole per commentare gli scenari politici. Quindi l'ultimatum: "Chi vive in Padania ha fretta. Vede la situazione economica preoccupante, non si vede una via d'uscita e quindi chiede alla Lega di fare più in fretta. Sicuramente non siamo stati più furbi di altri, più veloci di altri, ci chiedono di non avere ancora troppa pazienza".

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