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Garimberti contro Minzolini: L'imbavagliato è il direttore

Il Tg1 racconta la vicenda Penati meglio degli altri. A Zavoli non va bene e Minzo gli risponde. E Garimberti gli intima di stare zitto

Carlotta Addante
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«Se Repubblica copia il Tg1, vuol dire che Minzolini fa il suo dovere». Alessio Butti, senatore del Pdl e membro della Commissione di Vigilanza, solitamente ama provocare. Questa volta, però, le sue parole rappresentano la quadratura del cerchio. Pagina 17 di Repubblica di ieri: «Penati, Monza vuole le carte di Tarantini». Titolo, e storia, che il quotidiano di Ezio Mauro riprende da Libero di martedì e dal Tg1 di Augusto Minzolini, che la riprende da noi. La stessa sera, guarda caso, la Vigilanza attacca a testa bassa il direttore del Tg1. Una serie infinita di coincidenze, oppure c'è davvero un attacco mirato nei confronti del primo telegiornale italiano, colpevole di «seguire il caso Penati meglio degli altri», come sostengono nel fortino di Saxa Rubra? Il dubbio è legittimo, gli attacchi a Minzolini un po' meno. Rapido flash back sulla vicenda.  Martedì sera Minzolini aveva duramente contestato il presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, accusandolo di essere un «presidente di parte». Zavoli, infatti, si era rivolto al direttore generale di viale Mazzini, Lorenza Lei,  sostenendo che «l'opinione pubblica è sempre più unanime nel criticare l'atteggiamento del Tg1 che pervicacemente continua a produrre i motivi del discredito professionale e politico che non giova al prestigio del servizio pubblico».  La Lei, a quel punto, si è chiusa in difesa affermando che per dire basta al Tg1 occorre l'intervento del cda: «Devono dirlo anche i consiglieri, ma devo avere con me un coro che non deve essere composto solo da cinque anime». tradotto: se dovremo decidere su cambiamenti al Tg1, non potremo farlo con una maggioranza a cinque, ma all'unanimità. Il nome che già circola, grazie ad un accordo di ferro fra Usigrai, opposizione e terzo Polo, è quello di Antonio Preziosi, attuale direttore del GrRadio Rai, gradito anche da Palazzo Grazioli.  Sin qui lo scontro in Vigilanza. A far saltare definitivamente il tappo è stato il presidente della Rai, Paolo Garimberti, con una vera e propria entrata a gamba tesa. «Ho trovato le parole di Minzolini nei confronti del presidente Zavoli inaccettabili», dice Garimberti, «Minzolini deve imparare a tacere quando è il momento, non si attaccano le istituzioni». Secca la replica del diretto interessato: «Io ho sempre rispettato e rispetto le istituzioni», sostiene il direttore del Tg1 Minzolini, «ma le istituzioni debbono rispettare il Tg1 e chi lo dirige». Un botta e risposta al vetriolo di rara intensità, il cui primo effetto potrebbe essere il congelamento delle nomine del direttore del Tg2 e del timoniere di Rai Tre, Marcello Masi e Antonio Di Bella, all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione di oggi. E sul Tg di Minzolini maggioranza e opposizione si dividono. Per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, «assistiamo a troppi attacchi al direttore del Tg1, che hanno evidenti risvolti para-politici. La richiesta di tacere è davvero sopra le righe». In difesa del direttore anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: «Con tutto il rispetto per il presidente Zavoli, mi sembra che abbia travalicato il suo ruolo. Lo stesso credo stia facendo il presidente della Rai Garimberti». Il vicepresidente del Pd della commissione di Vigilanza, Giorgio Merlo, insiste sulle dimissioni di Minzolini. «È  inutile nasconderlo o fingere che il problema non esiste. Di fronte a un preoccupante calo di ascolti, l'azienda ha il dovere e il diritto di intervenire». E oggi la parola passa al cda. di Enrico Paoli

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