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Via Gasperini, arriva Ranieri Inter con mister Zero Tituli

Moratti sceglie il nuovo allenatore dopo la parentesi infelice dell'ex genoano, che lascia commosso. Ma per Claudio sarà gloria?

Carlotta Addante
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La fatal Novara stende il velo pietoso sull'Inter di Gian Piero Gasperini, esonerato dopo tre mesi e una notte di gran consiglio Inter. Glielo ha comunicato Marco Branca (colui che lo aveva portato, come portò a suo tempo Benitez), recatosi ieri mattina ad Appiano Gentile per la risoluzione consensuale del contratto, mentre Massimo Moratti lo aveva fatto sapere ai cronisti sotto il suo ufficio: «Non credo che resti». La fiducia all'ex genoano era ormai a tempo, si sapeva, ma Moratti era deciso a insistere almeno fino alla sosta di ottobre (sabato il Bologna, poi Cska martedì in Champions e Napoli sabato 1 ottobre). La sconfitta di Novara, accompagnata da una prova atroce, ha fatto precipitare la situazione. «Peccato che questo rapporto sia finito», abbozza un commosso e comunque cordiale Gasp all'uscita dalla Pinetina. Il ruolino lo condanna: cinque partite, quattro sconfitte e un pari, 9 gol subiti e 7 fatti. Neanche un match ufficiale vinto. Il tutto cominciato con l'illusorio primo tempo di Supercoppa a Pechino contro il Milan. La nuova Inter è nata e morta l'8 agosto, è rimasta negli spogliatoi del Nido d'Uccello. Verò è che nei pessimi risultati (soprattutto Novara) le colpe vanno divise con i giocatori, irriconoscibili, inadeguati e indisponenti, i veterani incapaci di liberarsi di un fantasma dal nome Special: meno di un anno fa hanno imposto la cacciata di Benitez, martedì si sono palesemente ripetuti. Alla faccia di asado e bella compagnia. L'ex nemico - La frenesia del calcio impone di voltare pagina, dopodomani si gioca, già troppo il terreno perduto, ma non sarà certo il duo Baresi-Bernazzani (che ieri hanno diretto l'allenamento) a reggere il timone. Il nuovo tecnico sarà il 17° dell'era Moratti (dal 1995), che supera così Zamparini ma non insidia Massimo Cellino, da quasi venti stagioni a Cagliari e con 26 tecnici cambiati. Niente soluzioni interne, però, niente Figo o l'improbabile Baggio, niente Zenga, il più gradito ai tifosi («Grazie dell'affetto»). L'ironia del pallone fa chiudere il cerchio, apertosi con la dipartita di Mourinho, con l'arrivo di Claudio Ranieri, 60 anni, che del portoghese e di gran parte dello spogliatoio è stato rivale e nemico negli anni di Juve e Roma. Solo l'Inter poteva riuscirci. Chissà come i senatori nerazzurri, rimasti ancorati al verbo di José, si rapporteranno a uno che «a quasi 60 anni ha vinto una Supercoppa, una piccola coppa», ebbe a dire Mourinho, «non ha mai vinto trofei importanti. Forse ha bisogno di cambiare la sua mentalità, ma forse è troppo vecchio per farlo», lui che «dopo cinque  anni di Inghilterra sa dire “good morning”», lui che «pensa di allenare bambini, io penso a preparare le partite». Lui che ha saputo tener testa e spaventare l'Inter del Triplete ma, alla fine, nello spogliatoio nerazzurro è passato per «mister zeru tituli». Stessi problemi - Certo, al romano di Testaccio il carattere non manca: lo scorso anno pagò carissimi i «quattro minuti di stima» riservati a Totti in Samp-Roma. Il suo calcio del resto ben si adatta alla rosa a disposizione, articolato su 4-4-2, 4-2-3-1 o 4-3-1-2, che comunque prevede la presenza di uno Sneijder alla Totti, sempre fulcro del gioco, un Forlan alla Vucinic e la difesa a quattro. Anche per Claudio, tuttavia, si presenterà il problema dell'abbondanza in avanti (Milito e Pazzini doppioni, Zarate forse di troppo) e un centrocampo col fiatone, logoro e lontano parente di quello contro cui ha battagliato nelle ultime stagioni. Motta, Stankovic e Maicon non saranno rientri da poco, ma la loro autonomia rimane un rebus. Come l'Inter, del resto, e come la Roma cui subentrò nel 2009, portandola al secondo posto (dietro i nerazzurri) dopo una rimonta entusiasmante. Dopo intense trattative, alle 19 Branca, Ghelfi e Beppe Bozzo, rappresentante di Ranieri, si sono chiusi negli uffici dell'avvocato meneghino. Contratto di due anni (circa 1,5 milioni di euro a stagione) Ranieri porta il suo staff di fiducia: Capanna preparatore atletico, Pellizzaro allenatore dei portieri, Benetti come vice e Damiano come tattico. E domani mattina, la conferenza pre-partita coinciderà con la presentazione del nuovo tecnico dell'Inter. Un altro. di Tommaso Lorenzini

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