Immigrati scatenati al Cie Lampedusa a ferro e fuoco
Non vogliono essere rimpatriati, così gli extra-comunitari incendiano la struttura che li ospita. Sindaco: "Non ce la facciamo più"
Ecco una frase che spiega bene il sentimento d'esaperazione, ormai incontenibile, degli abitanti di Lampedusa. Un'esasperazione che si sta trasformando in rabbia vera e propria: "C'è una popolazione che non sopporta più, vuole scendere in piazza con i manganelli, perchè vuole difendersi da sola. Siamo stanchi di questi tunisini delinquenti, vanno subito trasferiti entro le prossime 48 ore. Anche con le navi militari". Sono le parole sindaco dell'isola, Bernardino de Rubeis, espresse a seguito dell'ultimo episodio che ha devastato parte dell'isola. Alcuni dei 1300 tunisini ospiti della struttura d'accoglienza di contrada Imbriacola, hanno appiccato le fiamme, provocando un incendio devastante: si tratta un gesto di rabbia con cui gli immigrati tentavano di opporsi al rimpatrio. Non solo, la protesta dei tunisini va avanti da giorni e sta trasformando Lampedusa, l'isola che li ospita, in un teatro di rivolte e tafferugli L'incendio - L'incendio devastante è scoppiato nel pomeriggio nel centro accoglienza che al momento ospita circa 1300 immigrati. Di questi 1200 tunisini che nei giorni scorsi hanno protestato contro i rimpatri e circa 800 sono riusciti a scappare. E in 400 sono stati rintracciati dai carabinieri vicino al molo Favaloro, gli altri sono attualmente ricercati su tutta l'isola. Decine gli intossicati. La zona è attualmente presidiata dalle forze dell'ordine e dai vigili del fuoco, che stanno tentando di circoscrivere i danni. Le fiamme sono state appiccate in diversi punti e hanno causato una densa nube di fumo nero sospinta dal vento verso il centro abitato. Non è la prima volta che il centro di accoglienza viene incendiato. Un episodio analogo, con danni consistenti alla struttura, si era registrato nel febbraio del 2009. "Uno scenario di guerra" - Il sindaco dell'isola, Bernardino de Rubeis, lancia l'allarme: "Il centro è interamente devastato, è tutto bruciato, non esiste più e non può più ospitare un solo immigrato. Lampedusa non ha più un posto. È l'ora che il governo intervenga dopo tanto immobilismo. Avevano avvertito tutti su quello che poteva succedere ed è accaduto". E non finisce qui: "Il fumo è arrivato al centro abitato, la gente sta male. Adesso tocca al governo: faccia venire subito le forze dell'ordine, porti qui le navi militari affinchè sgomberino in 24 ore l'isola, perchè questo è uno scenario di guerra. C'è una popolazione che non sopporta più, vuole scendere in piazza con i manganelli, perchè vuole difendersi da sola, in quanto chi doveva tutelarla non l'ha fatto".