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Troppo fisco, pochi tagli. Ecco perché ci declassano

Bechis su LiberoTv: "Il downgrade di Standard&Poor's è pesante ma è una sponda. Bisogna cambiare. Meno potere alle corporazioni"

Giulio Bucchi
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Non è di Moody's ma di Standard & Poor's la mannaia che si abbatte sull'Italia. L'agenzia americana ha declassato a sorpresa il rating sul debito italiano portandolo ad "A" dal precedente "A+" e confermando l'"outlook negativo" che non mette al riparo il Paese da altre future revisioni al ribasso sulla sua capacità di fare fronte al debito pubblico, uno dei più elevati d'Europa. "Il downgrade - ha spiegato l'agenzia di rating in un comunicato diffuso lunedì sera - riflette la nostra visione sulle prospettive di crescita indebolite". Una "decisione scontata", ribattono fonti del ministero del Tesoro, ma l'allarme è comunque partito. Un allarme che Libero ha lanciato da tempo, a proposito della manovra-bis. "Troppo fisco, pochi tagli, e governo vincolato dalle lobby - spiega il vicedirettore di Libero Franco Bechis nel suo videoeditoriale su LiberoTv -. Ecco perché  all'estero non si possono fidare fino in fondo dell'Italia". "Troppo fisco, pochi tagli: ecco perché non si fidano". Franco Bechis su LiberoTv "Governo fragile" - Nel mirino degli analisti "la fragilità della coalizione di governo in Italia" che, con «le divisioni politiche all'interno del Parlamento", rischia di "limitare la capacità del governo nel rispondere incisivamente alle sfide macroeconomiche interne ed esterne". Una situazione che, a detta di S&P, potrebbe vanificare gli sforzi per far quadrare i conti e rilanciare la crescita. "Riteniamo che il rallentamento dell'attività economica italiana renderà difficilmente raggiungibili gli obiettivi fiscali rivisti dal Governo», ha infatti aggiunto l'agenzia. Stando alle nuove proiezioni di S&P il Pil italiano crescerà mediamente dello 0,7% annuo, tra quest'anno e il 2014, meno cioè dell'1,3% annuo inizialmente previsto. La revisione di S&P ha colto di sorpresa i mercati che fino la scorsa settimana scommettevano sul fatto che Moody's sarebbe stata la prima ad abbassare il rating sul debito italiano, una decisione che l'agenzia ha deciso invece di posticipare di un mese. Il taglio del rating sul debito italiano da parte di S&P, secondo molti economisti, non farebbe che aumentare i timori di un effetto contagio della crisi greca nell'area euro, incoraggiando gli investitori a puntare su mercati più sicuri. Risposta immediata - Al di là delle polemiche e dei giudizi "politici" sull'agenzia di rating americana, serve da Palazzo Chigi una reazione immediata. Innanzitutto sulle pensioni, con l'innalzamento dell'età minima cui si è sempre opposta la Lega. Ma questa volta Umberto Bossi è con le spalle al muro. Altra questione, annosa, è la Casta: inevitabile procedere a tagli severi su prebende e privilegi, così come il taglio dei parlamentari e di enti inutili e l'accorpamento di enti locali. Infine, come propone da tempo Libero, una dismissione massiccia del patrimonio pubblico, che potrebbe fruttare alle casse dello stato decine di miliardi di euro. Ipotesi di gran lunga preferibile a quella che si sta di nuovo riaffacciando, l'introduzione di una tassa patrimoniale. La strada è segnata, ce l'ha indicata Standard & Poor's. E forse, secondo i pessimisti, conduce pure a una terza manovra.

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