Tra viaggi in barca e appalti: Tarantini vicino ai dalemiani
Non solo partitelle a Burraco. Gite in acque e affari con la protezione civile. Tutto quello che i giornali 'scordano' di dire
Non tutti sanno, o fanno finta di non sapere, che quasi la metà delle carte della famosa informativa della Guardia di Finanza sulle feste del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi mette la lente di ingrandimento anche sui rapporti tra Gianpaolo Tarantini e personaggi molto vicini a Massimo D'Alema. Che sarebbero entrati in contatto con l'imprenditore pugliese per reclutare escort, ma soprattutto per tentare di fare affari con lui sui grandi appalti. Personaggi di grande spessore del Pd pugliese, che avrebbero portato l'eminenza grigia del Parito Democratico a condividere con Gianpi vacanze in barca, cene elettorali. E, secondo quanto dichiara Tarantini, anche una partita a burraco. Ma il coinvolgimento del presidente del Copasir sembra sfuggire alla maggior parte della stampa, a eccezione, a onor del vero, del Fatto quotidiano. Che sottolinea come il primo favore chiesto da Gianpaolo Tarantini a Berlusconi riguardasse proprio il gruppo imprenditoriale di Enrico Intini, dalemiano di vecchia data, per facilitarne l'entrata negli affari miliardari di Finmeccanica. L'affaire Intini - Il gruppo Intini insiste molto perché Tarantini faccia da tramite con Silvio Berlusconi. E l'imprenditore garantisce. "Non gli ho mai chiesto un cazzo (al premier), mai nulla, non gli ho mai interferito un cazzo... credo che me la fa senza nessun problema... voglio dire la presentazione del tuo gruppo, così importante, non è che andiamo con un'aziendina di merda". Le escort - Sul fronte del reclutamento delle escort, il più attivo sembrerebbe l'avvocato dalemiano Salvatore Castellaneta, indagato per prostituzione, anche lui beneficiario delle ragazze utilizzate da Tarantini. Di una di queste, Graziana Capone detta "l'Angelina Jolie di Bari", parlano il 25 settembre 2008. Dice Castellaneta: "Allora, ascolta. Mo ti spiego bene, quella ragazza è per bene però tromba, sicuro tromba, hai capito? Bene pure (...) gli puoi far fare quello che cazzo vuoi". E Tarantini: "Me la posso trombare io prima oggi pomeriggio?". Risponde l'avvocato: "Certo, chiamala (...). Ma trombatela domani scusa (...) portatela prima a Milano, poi la trombi, sennò sembra male, ma la madonna santissima". Ancora Tarantini: "Quella una volta che tromba là non tromba più, la perdiamo". Qualche giorno dopo, i due parlano di incontrarsi con Intini al ristorante "la Pignata" per fare il punto della situazione. Dopodiché Castellaneta chiede a Gianpaolo se "ha trombato" e se soprattutto "lui" ha avuto rapporti. Ma Tarantini, d'accordo con la Capone, non vuole dare dettagli all'avvocato barese. Che dice: "Senti, ma lui ha trombato? Non ha fatto niente ieri?". Tarantini: "No, no è stato lì, eravamo stanchi, ci siamo seduti a tavola all'una e mezzo". E Castellaneta: "A che ora siete andati?". Tarantini: "Alle 5". "E lui regge fino alle 5? Mortacci suoi (...)", commenta Castellaneta. "E Graziana se l'è preso il numero?", chiede. Tarantini: "Sì, è diventata amica, stava sempre a parlare con lei. Poi ti dico. Dimmi quando stai con Enrico". "Mi presti l'autista?" - Tarantini offre qualsiasi servigio al gruppo dei dalemiani pugliesi. In particolare a Roberto De Santis, ritenuto l'uomo di strettissima fiducia di Massimo D'Alema. "Viaggi, orologi, macchine e autisti". E addirittura il 6 novembre 2011 Castellaneta dice a Gianpi: "Martedì mi devi dare l'autista che Emma deve andare a Pescara". E Tarantini risponde: "No, deve stare con me a Roma". De Santis: "meglio una parola in meno che una in più" - Sul fronte appalti si susseguono incessanti telefonate fra i dalemiani e Tarantini, testa di ponte per Arcore e per la riuscita dell'operazione. De Santis raccomanda prudenza: "Senti, non fare danni. Meglio una parola in meno che una in più, ricordatelo!". Tarantini: "No, ma io gli ho detto semplicemente come tu mi hai detto. Gli ho parlato in maniera tranquilla, semplice del fatto di Enrico". E De Santis: "Ah, bravo tranquillo, così devi fare, senza fretta". L'appuntamento con Bertolaso - Tarantini procede nell'operazione. Parla col Cavaliere, che gli assicura un suo personale interessamento, e riferisce al gruppo pugliese. Tarantini: "Senti gli ho detto tutto, dei dettagli". Castellaneta: "E che ha detto?". Tarantini: "Ha detto sì, che me lo fa volentieri, con il cuore!". Castellaneta: "Alla faccia del cazzo". Intini, intercettato il 10 ottobre 2010, si congratula con Gianpaolo. L'appuntamento con Bertolaso è vicino. E Tarantini assicura: "Addirittura martedì o mercoledi". Intini risponde: "Perfetto, meglio così, poi al limite vediamo quella reazione dell'uomo che gli mettiamo eventualmente un carico da cento". L'appuntamento con Bertolaso è fissato. Tutti i dalemiani sono in festa. Tarantini lo racconta a Castellaneta: "Domani alle tre vado con Enrico da lui (Bertolaso). Vado con Enrico alla Protezione civile". Castellaneta: "Ho capito, è importante, bravo, bravissimo Gianpaolo". Altra telefonata. Castellaneta dice a Tarantini: "Adesso va fatta quella cosa urgentissima va pianificato (...). Mo' fai la società che dobbiamo fare lo sfracello”. E ancora: "Questa è la svolta della vita, è un ferro da battere caldo". Obiettivo Finmeccanica - Dalla Protezione civile alla Finmeccanica di Pier Francesco Guarguaglini. Una microspia cattura una conversazione tra Nicla, moglie di Tarantini, e l'autista Dino, che le racconta di come Intini ha riempito una scatola di scarpe di banconote per la Gc Consulting di Gianpaolo: "Tutte banconote da 100, 200 e 500 euro", dice. Un acconto per la mediazione di lavori di Finmeccanica per il gruppo Intini, osservano i pm. E Nicla dice: "Roberto (De Santis) è socio di Intini, sai? (...). Gianpaolo se gli entra tutta la parcella di mediazione gli arrivano 20,30 milioni puliti. E parliamo del minimo, si parla di un miliardo di euro". Per l'affaire Intini, Gianpaolo Taranti utilizza escort, conoscenze, canali riservati. Arriva ovunque, in modi diversi, ai vertici delle società vicine a Finmeccanica. Al dirigente Salvatore Metrangolo, a marzo 2009, organizza una serata con tanto di belle ragazze. "Com'è andata?", chiede Tarantini. Metrangolo: "Bene". Tarantini: "Mi hanno mandato sms stanotte, la nera mi ha scritto, mannaggia l'ho cancellato, ah sì, 'è un torero', o una cosa del genere...". Le telefonate si susseguono a decine ogni ora. Fino a che il 9 marzo il dalemiano Intini prende accordi con Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, per incontrarsi il 23 successivo. Intini: "Come va?". Guarguaglini: "Eh io discretamente. Sto per partire". Intini: "Ah! E quando rientra, così ci facevamo una chiacchierata a Roma?". Guarguaglini: "(...) queste prossime due settimane manco". Guarguaglini, però, poi non darà seguito a nessun affare. "Sappi che un pezzo di polpa me lo devi dare" - Nel frattempo le cose si mettono male. E prima di precipitare con la perquisizione a Tarantini, il nervosismo si fa sentire. Intini parla con Domenico Lunanuova, manager della società mista di Finmeccanica. "Lo dico a te Domenico, la sensazione che ha avuta il mio... è che a noi ci volete far fare le cose meno nobili, ricordati che non siamo in questa partita come quelli che montano i pali (...). Sento cose strane su questi affidamenti, cioè o la carne ce la mangiamo tutti (...) però se so che tu ti fai la parte che è la polpa e io mi devo fare l'osso sappi che un pezzo di polpa me lo devi dare". Ma con Tarantini nel mirino della procura, tutti scappano. I telefoni sono sotto stretta sorveglianza. E così tutti smettono di parlare.