Mills, occhio al trappolone Qui condannano Silvio
Cav in aula a Milano. I pm accelerano: no ai testi. Ghedini: "Tribunale abdica a suoi doveri, la difesa è inutile". E a Napoli il Pdl negherà accompagnamento
Tempo scaduto. Come nei migliori film gialli. Alle 20 di domenica sono terminati i quattro giorni che la Procura di Napoli aveva concesso al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per scegliere la data per l'audizione con i pm del pool partenopeo. E questo per quanto riguarda la cronaca soltanto di uno dei fronti dai quali il Cavaliere sta subendo l'accerchiamento giudiziario. Il secondo fronte è quello milanese, dove oggi, lunedì 19 settembre, Berlusconi ha partecipato all'utlima udienza del caso Mills, dove è imputato per corruzione in atti giudiziari. I pm del pool di Milano, incalzati dai tempi della prescrzione, dimostrano di avere grande fretta. Sono infatti dieci i testimoni la cui audizione non è stata accolta dai giudici della decima sezione del tribunale di Milano persso la quale è in cosro il processo Mills. Così, nell'ordinanza, il giudice ha scritto: "La sentenza è più vicina". Ma la fretta viene testimoniata anche dalle 'rogatorie veloci'. Fabio De Pasquale, uno dei pm, ha lanciato un "estremo appello alla sopravvivenza del procedimento". Per terminare la fase dibattimentale manca l'esame di alcuni testi, oltre allo stesso David Mills, da sentire per rogatoria in Gran Bretagna. "Se c'è possibilità che questo processo arrivi a conclusione - ha proseguito De Pasquale - è necessario fissare al più presto le rogatorie e concentrarle in tre giorni". Ghedini: "La difese è inutile" - Durissima la replica del legale del premier, Niccolò Ghedini: "Ha abdicato ai suoi doveri". Questo il commento all'ordinanza con cui è stata stralciata una serie di testimoni, di fatto 'cancellati'. Ghedini ha poi aggiunto che a questo punto "la presenza della difesa è inutile. Se non ci vengono dati i testi resta poco da fare". Anche per Piero Longo, un altro legale del Cavaliere, con questa ordinanza "il Tribunale rinuncia alla sua giurisdizione". Poi ancora Ghedini: "Se Berlusconi si farà interrogare lo deciderà lui. Certo che nel momento in cui non ci vengono dati i testi a giudizio della difesa resta poco da fare". "Che brutte facce" - Il premier è arrivato in tribunale poco prima delle 11, entrando a palazzo di giustizia senza rilasciare dichiarazioni, escluso un breve scambio di battute con i giornalisti. Il premier è apparso sereno, e a chi gli ha chiesto come stava ha risposto sorridendo: "Io bene, voi invece avete delle brutte facce". A chi gli ha fatto osservare che la sua era una risposta simile a quella che più volte ha contraddistinto Massimo D'Alema, Berlusconi ha risposto: "Non volevo copiare". Prima di dileguarsi, il Cav ha aggiunto che forse al termine dell'udienza avrebbe detto "qualcosa". L'attesa, però, è stata vana: il Cavaliere ha lasciato il tribunale intorno alle 13.20 senza rilasciare dichiarazioni. Secondo quanto si è appreso, Berlusconi non dovrebbe tornare per la ripresa dell'udienza nel pomeriggio. La testimonianza - Nell'udienza era prevista, in videoconferenza da Berna, la deposizione della testimone Maria De Fusco, amministratrice del fondo Struie da dove passarono i 600 mila dollari al centro dell'impianto accusatorio. La somma è stata infatti contestata a Berlusconi come prezzo della corruzione, soldi che sarebbero stati pagati all'avvocato inglese David Mills affinché offrisse una falsa testimonianza in due processi a carico del fondatore di Fininvest. Cambio agenda - Per essere presente all'udienza, il premier ha cambiato la sua agenda annullando la trasferta a New York dove avrebbe dovuto prendere parte all'assemblea dell'Onu, che aveva all'ordine del giorno il conflitto israelo-palestinese, la Libia, la Siria e l'Afghanistan. Napoli, la decisione del Riesame - Per quel che riguarda il fronte napoletano, orami è storia nota, i pm vorrebbero sentire il presidente del Consiglio in qualità di persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione orchestrata ai suoi danni da Gianpiero Tarantini, Valter Lavitola e sua moglia. Il premier, però, ha rifiutato di presentarsi dalle toghe, e ha respinto anche la possibilità della testimonianza assistita a causa dell'atteggiamento della procura. Fabrizio Cicchitto ha poi spiegato che il Parlamento respignerà la richiesta di accompagnamento coatto dei pm. Lo scenario più plausibile, a questo punto, è che la Procura non chiederà al Parlamento di autorizzare l'accompagnamento coattivo di Berlusconi all'interrogatorio almeno fino a mercoledì. In quest'ultima data si aprirà l'udienza davanti al Riesame a cui sono ricorsi Tarantini e Lavitola: si dovrà decidere sulla competenza terriotriale, una scelta decisiva per capire anche che ne sarà dell'interrogatorio di Berlusconi.