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Quel burraco con Gianpi che imbarazza D'Alema

Negli interrogatori di Bari Tarantini rivela le sue frequentazioni con il papavero Pd e la cerchia democratica pugliese

Giulio Bucchi
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Ha "conosciuto Massimo D'Alema nel 2007", giura Giampaolo Tarantini il 6 novembre 2009 di fronte ai magistrati di Bari che lo stanno interrogando, "l'estate in cui giocammo insieme a burraco sulla barca di Maldarizzi". Il burraco è un gioco pugliese, si fa con le carte francesi e potrebbe essere definito un incrocio tra scala quaranta e canasta. Ci vuole strategia, capacità di rischio e un pizzico di fortuna. Tutte qualità che Tarantini sembrava avere, almeno fino a quel momento. Più di tutto, però, per fare una partita a burraco ci vuole tempo, che evidentemente l'ex re delle protesi pugliesi  e l'attuale presidente del Copasir hanno trascorso insieme a tavolino, uno di fronte all'altro. Settembre 2009 Libero tirò fuori la storia di D'Alema in barca con Tarantini. Il lìder Maximo negò, si decise a farlo perfino in un'intervista esclusiva al nostro quotidiano. "Ero in gita, era un weekend di luglio. Andai a Ponza con la mia barca e lì incontrai questo imprenditore (Maldarizzi, ndr) che mi invitò sulla sua barca dove aveva diversi ospiti. E tra questi, mi ha detto, c'era anche Tarantini". A scanso di equivoci, Baffino aveva puntualizzato: . Eppure per fare una partita a burraco bisogna abbandonare l'orologio e arrivare pazientemente a duemila punti. Inoltre partecipano alla sfida due, tre, massimo quattro giocatori. Strano, perciò, che D'Alema non ricordasse l'incontro avendo speso almeno un'ora con Giampi in una cerchia così ristretta di persone. Tra l'altro Tarantini all'epoca era ben introdotto nell'enturage del leader di sinistra. I rapporti con Roberto De Santis, socio di Massimo nella proprietà della barca a vela Ikarus, "risalivano al 2003". Due anni dopo, proseguiva Tarantini nell'interrogatorio, "De Santis mi presentò Frisullo e Cosentino, persone con cui strinsi subito amicizia". Contatti utili per l'imprenditore.  Sandro Frisullo era il vice presidente della Regione Puglia, braccio destro di Nichi Vendola, e Lea Cosentino dirigeva la Asl più importante di Bari.  Contatti tanto utili che Giampi pensò necessario il referente pugliese di D'Alema "pagando una vacanza in barca a Saint Tropez nel luglio 2008". Lo racconta sempre Tarantini ai pm: "Pagai l'intero viaggio, con 10.000 euro alla società Mangusta, a De Santis, a Castellaneta (l'avvocato oggi coindagato di Giampaolo per sfruttamento della prostituzione), Francesco Nettis (titolare di una ditta che eroga gas) e delle ragazze loro amiche". Non solo. A De Santis "ho inoltre regalato 2 o 3 orologi costosi del valore complessivo di circa 60.000 euro comprati da Verdoscia". Poi "gli ho messo più volte a disposizione macchine, autisti e pagato ristoranti", ma del resto "De Santis mi presentò anche Michele Mazzarano, vice coordinatore regionale Pd, Mario Loizzo, assessore ai trasporti; una volta mi inviò dal ministro Livia Turco, ministro sanità nel governo Prodi, per un progetto sulla tracciabilità delle sacche di sangue". Nessuno di questi, big di sinistra, a detta di Giampi gli fece qualche favore. Ma neanche  Berlusconi gliene ha fatti. Perché può avergli passato al telefono Guido Bertolaso, quando era capo della protezione civile, o gli ha fatto conoscere Borgoni di Finmeccanica, ma le utilità (come dicono i pm stessi) non hanno mai fatto cassa. Tra i particolari di maggiore interesse, per gli investigatori, c'è la partecipazione del dalemiano De Santis nel pagare le tre escort intervenute a una cena con imprenditori utili a sbloccare un affare economico in cui era in ballo anche lui e l'amico Enrico Intini. Tutto ciò che riguarda Tarantini e uomini di affari, però, ha generato un nuovo fascicolo nel quale si indaga per corruzione. Al centro ci sono l'interesse di Giampi per la realizzazione di un gasdotto Italia-Albania, l'obiettivo di entrare in Finmeccanica e il desiderio di vincere appalti nella Protezione civile. di Roberta Catania

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