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Crisi, Usa e Europa litigano Tremonti punzecchia Berlino

Balletto sull'orlo del precipizio, il ministro dopo l'Ecofin: "ll destino della Ue dipende da cosa deciderà la Germania"

Giulio Bucchi
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Il destino dell'Italia e dell'Ue? Legato alla Germania. La profezia è del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che riferendo sulle discussioni al consiglio Ecofin tra i ministri delle Finanze Ue ha ammesso: "In questo momento molto dipende dalla Germania, dalle decisioni e dalle posizioni che saranno prese in questo Paese nei prossimi giorni". Tremonti ha spiegato che "questi Ecofin informali servono per discutere, non per decidere". Di fatto, dunque, l'Unione è alla finestra in attesa che il Parlamento tedesco voti il prossimo 29 settembre sul potenziamento del fondo di salvataggio europeo deciso dai leader europei lo scorso 21 luglio. Dalla due giorni Ecofin di Wroclaw, in Polonia, si attendevano passi in avanti anche sulla questione eurobond, caldeggiati sia da Tremonti sia dal presidente della Commissione europea Barroso. Ma anche in questo caso l'ultima parola spetta al cancelliere Angela Merkel, che per ora non ha molta voglia di convertire il debito europeo in debito tedesco. Grana Fmi per Washington - Quel che succede in Europa, però, interessa e molto anche oltre Oceano. Il timore degli Stati Uniti è che il Fondo monetario internazionale, di cui gli Usa sono i primi azionisti, debba intervenire più pesantemente nel salvataggio del Vecchio continente, anche perché è fresco l'accordo tra Fed e banche centrali per gli swap in dollari. "Le iniezioni di dollari della Fed è come dare al paziente una medicina che ha effetti negativi", afferma John Ryding, capo economista di RDQ Economics. I repubblicani in Senato hanno già espresso i loro timori: "I contribuenti americani pagheranno per un altro salvataggio, e questa volta per uno o più paesi le cui scelte per spesa e debito si sono tradotte in una calamità finanziaria", scrissero in giugno sette senatori repubblicani al segretario al Tesoro, Timothy Geithner. L'ipotesi che l'Fmi possa diventare un problema per Washington è sempre più dietro l'angolo.

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