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Sfida tra Gasperini e Luis Enrique Ne rimarrà soltanto uno

Stasera Inter-Roma a San Siro: dopo la partenza flop i mister si giocano tutto, chi perde rischia la panca. E Gasp sfodera la difesa a quattro

Carlotta Addante
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Uno ha perso tre partite ufficiali su tre: Supercoppa Italiana, prima di campionato e prima di Champions; l'altro si è fatto eliminare nei preliminari di Europa League (una sconfitta e un pareggio) e ha rimediato scoppole all'esordio in campionato. Il primo, Gian Piero Gasperini da Grugliasco, si è presentato all'Inter imponendo la difesa a tre pur non avendo i giocatori adatti e metidando di far fuori Wesley Sneijder che, solo per una questione d'ingaggio, non ha seguito Eto'o nell'addio all'Inter. Il secondo, Luis Enrique Martínez García da Gijón, è sbarcato sotto il Cupolone mettendo in panchina l'ottavo re di Roma, Francesco Totti, spiegando (ben supportato da tutta la società) che in fondo un vecchietto come lui poteva anche non essere indispensabile.  Nemmeno due mesi dopo Gasp e Luis di passi indietro ne hanno fatti. L'interista si è fatto “convincere” da Moratti a schierare la difesa a quattro, spiegando che «non mi sento affatto in bilico. Io mi regolo sul mio lavoro, sulla mia professionalità e su quello che dicono il presidente e la società, non su quello che sostengono altri» e proprio ieri spiegava che «Wesley è un giocatore straordinario, a centrocampo può giocare ovunque». Il romanista. giusto poche ore fa, pontificava sull'importanza di Totti («L'idea della cena? Francesco è stato fantastico, mi ha incantato») e sul fatto che lui non vuole «attaccarsi alla panchina» e che «se la società non avesse più fiducia nel sottoscritto basta dirlo e tolgo il disturbo». Chiaro? Così i tifosi di Inter e Roma da settimane s'interrogano su chi sia peggio di chi. E non nascondono una fifa matta di essere i “fortunati” vincitori dell'indovinello. Potrebbero saperlo già dopo la sfida di questa sera a San Siro, che per entrambi i tecnici ha l'odore acre della penultima spiaggia. Se non dell'ultima. L'Inter si presenta senza Chivu e Stankovic. Gasperini dovrebbe schierare la difesa a quattro, mentre potrebbe regalare a Sneijder una giornata da trequartista dietro le due punte che saranno Forlan e Milito, che dovrebbe vincere il ballottaggio con Pazzini. «Crediamo in questo progetto - spiega Gasperini - dobbiamo trovare il nostro gioco e la nostra organizzazione. Quando c'è equilibrio corri meglio e le energie sono distribuite in modo migliore». E sulla Roma: «è una squadra messa bene in campo, ma noi possiamo fin da subito dimostrare che abbiamo fatto passi avanti». Sempre che tutti (anche dall'interno) siano d'accordo col progetto propagandato da Gasp. Benitez docet... Anche Luis Enrique, nell'analizzare la sfida con l'Inter, preferisce focalizzarsi più sui suoi problemi che su quelli dell'avversaria: «Sono qui per passione, per realizzare un progetto. Io e Gasperini in difficoltà? È la stessa cosa in Spagna, se non fai risultati subito, ti criticano: non c'è pazienza nel calcio». Poi passa alla sfida di stasera: «Loro non hanno iniziato bene la stagione, ma sono una squadra di grande livello. Noi abbiamo già abbastanza problemi per occuparci dei loro. Spero di riuscire a fare meglio il nostro gioco contro l'Inter». E su Totti: «Per Francesco la posizione dietro le punte è la migliore per far esprimere tutto il suo talento: può fare gol o l'ultimo passaggio». Insomma, può essere determinante. Proprio come determinante per Gasp e Luis sarà il risultato della sfida Inter-Roma. di Fabio Rubini

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