Lettera del Cav: "Non mollo. E' un trappolone giudiziario"
Berlusconi in una lettera al Foglio: "Non ho nulla di cui vergognarmi. Non vado dai pm perché pretendo che anche loro rispettino la legge"
Silvio Berlusconi "non molla". Di fronte al massacro giudiziario a cui è esposto, il presidente del Consiglio passa al contrattacco con una lettera pubblicata sul sito del Foglio di Giuliano Ferrara. "Caro direttore - esordisce il premier -, è vero, come Lei scrive, che il mio comportamento, così come descritto dai giornali in questi giorni, appare scandaloso. Ma il mio comportamento non è stato assolutamente quello che viene descritto, ed io Le confermo, come ho già avuto modo di dirLe, che non ho fatto mai nulla di cui io debba vergognarmi. E' invece, per fare un esempio, del tutto inaccettabile e addirittura criminale che persone che sono solo state presenti a mie cene con numerosi invitati siano marchiate a vita come 'escort'. Mi dispiace anche, per fare un altro esempio, dei falsi pettegolezzi che sono stati creati grazie ai soliti brogliacci telefonici sulla signora Arcuri, che è stata invece mia ospite inappuntabile in Sardegna e a Palazzo Grazioli". "A Napoli un trappolone" - Quindi Berlusconi passa al tema più caldo, lo scontro con la procura di Napoli (i suoi legali hanno fatto sapere che il premier non incontrerà i pm di Bari, mentre sarà in aula lunedì per il processo Mills). "Non ho affatto intenzione di respingere una richiesta di testimonianza, che è mio interesse rendere, tanto che ho giò inviato una dichiarazione scritta ma che ha, così come congegnata, l'aria di un trappolone politico-mediatico-giudiziario. Pretendo però - prosegue Berlusconi, come ogni cittadino che i magistrati rispettino anche loro la legge". Il riferimento è all'interrogatorio a cui il pool partenopeo vuole sottoporre il Presidente del Consiglio per l'inchiesta sulla presunta estorsione ai suoi danni. "Deformazioni grottesche del mio privato" - Il premier poi sottolinea come "da tre anni è in atto un mascalzonesco tentativo di trasformare la mia vita privata in un reato. Da Tre anni sono sottoposto a un regime di piena e incontrollata sorvegtlianza il cui evidente scopo è quello di costruirmi addosso l'immagine di ciò che non sono - insiste il Cavaliere -, con deformazioni grottesche delle mie amicizie e del mio modo di vivere il mio privato, che può piacere o non piacere, ma che è personale, riservato e incensurabile. Ed è questo - conclude Berlusconi - uno scandalo intollerabile da parte di un circuito mediatico e giudiziario completamente impazzito di cui nessuno sembra preoccuparsi e di cui nessuno si scusa". "Persecuzione inaccettabile" - "Nessun uomo di Stato - prosegue il Cavaliere - è stato fatto oggetto di una aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine come quella a cui sono stato sottoposto io. E' un trattamento inaccettabile, che si accompagna a una campagna di delegittimazione che punta a scardinare il funzionamento regolare delle istituzioni per interessi fin troppo chiari. La campagna - puntualizza - si è intensificata quando ho vinto le elezioni per la terza volta, quando il sistema è stato semplificato e reso più trasparente in senso bipolare, quando si è capito che era alle porte una legislatura aperta alle riforme necessarie alla crescita di questo Paese e alla sua modernizzazione". "Vogliono colpirmi definitivamente" - La "campagna non è mai finita, si è nutrita di attacchi a me, al mio partito, ai miei uomini, ai miei ministri, alla generazione di giovani che ho promosso in politica, e si è sparso su tutti il magma eruttivo dello scandalismo per ridurre in cenere una alta popolarità e una grande speranza. Sfruttando ogni aspetto della mia vita privata e della mia personalità, cercando di colpirmi definitivamente con mezzi diversi da quelli della critica politica e della verifica elettorale". "Io non mollo" - Ma il premier, nonostante l'accerchiamento, rilancia: "Io non mollo, caro direttore. Per quanto lo spionaggio sistematico e l'accanimento fazioso mi abbiano preso di mira, e con me vogliano arrivare a pregiudicare l'autonomia e la sovranità del Parlamento e del popolo elettore, c'è ancora in questo Paese, in questa Italia che amo e che è stata divisa da una partigianeria senza principi, un'opinione pubblica, un insieme di persone e di gruppi leali allo spirito repubblicano, una maggioranza di italiani che non sono disponibili ad avventure e a nuovi ribaltoni decisi nei salotti, nelle redazioni e in certi ambienti giudiziari". "Libertà, autonomia, indipendenza" - Infine l'appello "a tutte le persone e le forze responsabili", che "non deriva da interessa personale. E' un appello in nome dei valori di libertà, di autonomia e di indipendenza dell'individuo di fronte allo Stato, un monito che viene raccolto ogni giorno da molti e il cui frutto sarà pronto per il giudizio dei cittadini quando si terranno, nel 2013, le prossime elezioni politiche".