La Cassazione non ha più limiti: chi fa le corna deve pagare
Una sentenza ha stabilito che il coniuge che è stato tradito ha la possibilità di ottenere un risarcito. Ma deve essere super-tradimento
Se questa bislacca sentenza fosse stata emessa qualche anno fa, avremmo visto scene meravigliose. Simona Ventura che trascinava in tribunale Stefano Bettarini e la sua ex fiamma Alessia Fabiani; Barbara D'Urso che chiedeva i "danni da corna" al marito ballerino Michele Carfora dopo le foto su Chi; Nina Moric praticamente accampata davanti al tribunale a furia di liti e pianti per la condotta di Fabrizio Corona. Cose così. In un mondo in cui tutti, ricchi o poveri, belli o brutti, prima o poi siamo cornuti, pensiamo a cosa diventerebbero (anzi, diventeranno) le aule di giustizia ora che la Cassazione, sentenza di ieri, stabilisce che un coniuge tradito ha la possibilità di essere risarcito. Anche se la separazione è avvenuta in maniera consensuale, senza addebito. Tuo marito o tua moglie però deve avertele fatte pesanti le corna, perché il risarcimento scatta solo "ove si dimostri che l'infedeltà, per le sue modalità e in relazione alla specificità della fattispecie (capito no?, ndr), abbia dato luogo a lesione della salute del coniuge". Beh, dovremmo aprire un lungo dibattito: se sei un tipo sportivo e prendi le corna con filosofia, senza struggerti più di tanto, non meriti nulla, se invece diventi anoressica e minacci il suicidio, ti spettano i danni? Se tradisci con discrezione è una cosa, se lasci in giro per casa scatoloni di foto in cui ti spupazzi la tua amichetta è un'altra. Ci sono tradimenti che fanno soffrire e altri no? Pare di sì. Fino a ieri non si potevano chiedere i danni. Se tradivi e ti separavi, semplicemente, rischiavi l'addebito: l'obbligo dell'assegno di mantenimento, la perdita dei diritti all'eredità e alla pensione di reversibilità. La Cassazione ha deciso dopo aver accolto il ricorso della signora M.G. di Savona che aveva citato il giudizio il marito, da cui era separata consensualmente, per chiederne la condanna al risarcimento del danno biologico ed esistenziale (lui se la spassava con una donna sposata a sua volta). E deve averla umiliata parecchio la moglie, anche se non ci è dato sapere come, tanto da spingere la Corte a ritenerla meritevole di un risarcimento. Felicissimi, naturalmente, gli avvocati matrimonialisti d'Italia che si fregano le mani per la montagna di casi di cui si dovranno occupare d'ora in poi. Gian Ettore Gassani, presidente nazionale della categoria, spiega che "vengono condannate le infedeltà coniugali consumate in modo plateale e che hanno leso la dignità e l'onore di chi le subisce. Spetta al coniuge tradito provare l'entità dei danni subiti, sia morali che economici". Come ovvio, annuncia scenari catastrofici: "Con tale sentenza si apre il varco ad una moltitudine di processi". Il famoso "ti tolgo anche le mutande" ormai è superato. Anche Annamaria Bernardini De Pace apprezza la sentenza. Ma dice che è inutile e critica i giudici italiani colpevoli di "deprezzare il dolore". "Dal tradimento il più delle volte non ci si riprende. Uomini e donne spesso non hanno vergogna a farsi vedere nei luoghi socialmente condivisi o davanti ai figli piccoli con l'amante. Il fatto è che i giudici italiani non danno alcun valore al danno psicologico per cui, al di là della praticabilità della sentenza, spesso non vale la pena fare una causa di questo tipo". Ma siamo sicuri che le corna abbiano un prezzo? di Alessandra Menzani