Addio a Walter Bonatti L'alpinismo perde un mito
Morto a Roma a 80 anni la leggenda delle montagne. Una vita tra imprese e veleni, come il caso K2: ha vinto lui
Lutto nel mondo dell'alpinismo e del giornalismo. E' morto improvvisamente a Roma Walter Bonatti, 80 anni, per una grave malattia. A darne notizia è stato l'editore Baldini Castoldi Dalai riferendo che la salma sarà trasportata a Lecco, città natia di Bonatti, dove sabato e domenica sarà allestita la camera ardente. "Bonatti è stato uno degli alpinisti più grandi della storia, l'ultimo alpinista tradizionale, fortissimo in tutte le discipline. Walter era però soprattutto una bellissima persona, tollerante e amorevole", così lo ricorda il collega Reinhold Messner."Mi è stato detto - racconta Messner - che Bonatti fino all'ultimo non era a conoscenza della grave malattia che lo affliggeva e forse questo è stato un bene. Walter - aggiunge - ci lascia un grande testamento spirituale, quello di un uomo pulito che per le vicende accadute sul K2 è stato calunniato per 50 anni, ma alla fine tutti gli hanno dovuto dare ragione". Le imprese e le polemiche - Nato a Bergamo il 22 giugno 1930, Bonatti ha firmato alcune delle più leggendarie scalate degli Anni 50 e 60. Iniziò a scalare sulle Prealpi lombarde subito dopo la guerra per poi cimentarsi sulle Dolomiti e sul Monte Bianco. Nel 1951 compì la prima grande impresa: l'ascensione della parete Est del Grand Capucin, sul Bianco. Nel 1954 fece parte della spedizione italiana che conquistò il K2, tra le polemiche e le accuse dei compagni di cordata Lacedelli e Compagnoni. Alla fine fu riconosciuta la versione fornita da Bonatti, che bivaccò per ore a quota 8.000 metri insieme all'Hunza Mahdi pur di consegnare le bombole d'ossigeno piene a Compagnoni e Lacedelli, che avrebbero affrontato l'ultima salita. Negli anni seguenti compì altre imprese sul Monte Bianco (pilastro sud-ovest del Petit Dru, la Poire, il Pilone centrale del freney) prima di chiudere la carriera con la prima scalata invernale in solitaria del Cervino nel 1965. Successivamente si dedicò alle attività di esploratore e reporter.